SALUTE: PRONTO SOCCORSO LUOGO DI CURA, MA ANCHE DI PRIMO SOSTEGNO SOCIALE
Il Pronto Soccorso (PS) degli ospedali e policlinici è sempre più visto come un luogo davvero infernale e penoso, un girone dantesco dove spesso dover trascorrere ore ed ore senza poi a volte ottenere la cura che ci aspettiamo.
D’altro canto sempre più cittadini sono costretti a ricorrere al Pronto Soccorso per ottenere le cure che la sanità territoriale da anni non riesce più ad erogare in maniera continuativa per carenze varie ormai croniche.
I motivi di questi disservizi potenzialmente fonti di danni di immagine e contenziosi sono molteplici, organizzativi, professionali e culturali, ma la situazione di fatto soprattutto nelle grandi città metropolitane è questa.
Ci domandiamo quindi se il Pronto Soccorso degli ospedali – o almeno sperimentalmente quello dei grandi ospedali e policlinici metropolitani – non possa diventare un luogo dove si analizza e tratta la complessa domanda socio-sanitaria di assistenza dei Cittadini in condizioni di fragilità sociale, anche utilizzando il tempo di attesa che il cittadino attualmente spreca nella fase pre e post triage in attesa di essere sottoposto a cura medica.
In particolare si potrebbe migliorare la presa in carico soprattutto del cittadino con particolare riferimento ai più deboli (anziani e grandi anziani soli, donne in gravidanza, minori, stranieri e migranti) lavorando ad un nuovo protocollo insieme ai servizi anagrafici (certificazione ISEE, ecc) e sociali comunali e municipali, alle principali associazioni di volontariato territoriali per identificare anche a mezzo di indagini online i principali bisogni sociali (vestiario, igiene corporea, nutrizione) e sanitari (patologie croniche) del cittadino che attende il suo turno nella sala di aspetto del Pronto Soccorso .
Questa attività avrebbe anche il vantaggio di generare un’enorme mole di dati sanitari e sociali, facilmente fruibili anche online (trasparenza) e soprattutto utilissimi potenzialmente per il Decisore Politico regionale e comunale.
Francesco Russo