CURARSI DA SOLI: IL DECALOGO PER SALVARSI DALLE BUFALE
Dieci regole per salvarsi dalle bufale su Internet quando si cercano informazioni su problemi di salute. Le hanno redatte i giornalisti dell’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione (Unamsi) sensibilizzati dal Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri (Cipomo), e le hanno presentate oggi a Milano con il nuovo presidente di Cipomo, Mario Clerico e con l’approvazione di altre otto società scientifiche, da quella dei medici di medicina generale (Simg) a quelle dei pediatri (Fimp e SIMPeF), agli otorinolaringoiatri (Sio), gli oftalmologi (Soi), endocrinologi (Ame), psichiatri (Sip) e urologi (Siu).
Il fenomeno della ricerca di risposte sul web a questioni di salute è molto cresciuto negli ultimi anni: nel 2014, secondo dati Censis era solo il 40% degli italiani a fare ricerche su internet per questioni di salute. Un sondaggio del gennaio 2017 parla ora dell’88%, ma la cosa grave è che il 44% del campione si affida alla prima pagina proposta dai motori di ricerca senza preoccuparsi dell’attendibilità delle fonti, cosa che il ‘Decalogo Unamsi’, mette proprio al primo punto.
Proprio la ‘Verifica della Fonte’ di informazioni e della sua attendibilità è infatti il problema principale di cui preoccuparsi, e il ‘Decalogo UNAMSI’ la mette al primo punto, raccomandando di “Verificare sempre chi sia il proprietario del sito, del giornale, del blog, sia esso istituzione, editore, industria, associazione, singolo cittadino. Questo serve – spiega il documento – per capire bene chi ha interesse a veicolare quel tipo di informazione. Ed è importante che il sito riporti sempre, nelle notizie pubblicate, autorevoli fonti di provenienza, una caratteristica che è una misura di attendibilità del sito stesso”.
Al punto 2 si raccomanda di ‘accertarsi dell’aggiornamento del sito’, perchè su Internet non si perde nulla e “può capitare, utilizzando un motore di ricerca, di arrivare su una notizia vecchia anche di anni”. Terzo, evitare il ‘fai da te’ nelle cure mediche, perché “nessuna informazione scritta può sostituire la visita del medico o il consiglio del farmacista e i contenuti in Rete devono avere solo uno scopo informativo”.
Al quarto posto ‘Diffidare delle prescrizioni senza visita’. Quinto, ‘Monitorare il rispetto della privacy’, nei siti con la rubrica ‘l’esperto risponde’. Al sesto posto si richiama la necessità di ‘valutare con la giusta attenzione blog e forum’, perché qui vengono raccontati spesso episodi che coinvolgono emotivamente, ma sono sempre soggettivi e non è detto che abbiano affidabilità scientifica.
Settimo, ‘Occhio ai motori di ricerca’, perché quando si digita una parola chiave il risultato della ricerca non mostra un elenco di siti in ordine di importanza, ma la selezione può dipendere da altri fattori. I motori di ricerca memorizzano infatti le scelte e i gusti dell’utente per poi proporre argomenti in linea con le preferenze manifestate nelle scelte precedenti.
Al punto 8 c’è l’invito a ‘non abboccare alla pubblicità mascherata’ e al 9 quello ad acquistare con cautela farmaci online. Sul sito di vendita deve obbligatoriamente comparire un logo identificativo, cliccando il quale si viene rinviati al sito web del Ministero della Salute, dove è possibile verificare se il venditore è autorizzato.
L’ultimo punto è ‘l’invito a non cascare nella psicosi del complotto’, come le fake news su notizie catastrofiche riguardanti i vaccini e altri farmaci: quindi, non perdere mai la capacità di analisi e di critica e confrontarsi sempre col proprio medico.