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SALUTE: BAMBINO GESU’: “DISTURBI NEL SONNO PER 1 BIMBO SU 4 SOTTO I TRE ANNI”

bambino che dorme


Circa il 20-25% dei bambini da zero a 3 anni d’età nei Paesi occidentali presenta disturbi del sonno. Tale percentuale, già molto elevata, sembra essere in aumento a causa delle modificate abitudini sociali (giochi, televisione, video-games). Eppure, il periodo del riposo è così prezioso da costituire circa un terzo della nostra vita, durante la quale l’organismo risparmia energia e riorganizza tutte le sue attività metaboliche e funzionali. Una questione al centro della Giornata Mondiale del Sonno, l’evento annuale organizzato il 14 marzo dal World Sleep Day Committee dell’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno (World Association of Sleep Medicine -WASM). Per avere supporto anche per i disturbi del sonno dei più piccoli, dunque, presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sono attivi da tempo l’Ambulatorio Prima Infanzia e lo Sportello del Neonato: l’uno con approccio psicologico, l’altro prevalentemente clinico.

Nonostante la maggior parte dei disagi nel dormire si possano prevenire o curare, meno di un terzo delle persone afflitte da questi disturbi si rivolgono al medico. Presso la sede di San Paolo Fuori le Mura del Bambino Gesù (viale di San Paolo, 15 – Roma) è attivo l’Ambulatorio per la Prima Infanzia.

La struttura interviene con approccio psicologico su ogni genere di alterazione del ritmo sonno-veglia: dal risveglio notturno per il prolungato allattamento al seno (oltre i 7 mesi), fino a quello dettato dai cambiamenti fisiologici nella vita del bambino. L’Ambulatorio si occupa anche di problematiche legate all’addormentamento, poiché è in questa fascia di età che il bambino dovrebbe iniziare ad addormentarsi da solo. Frequenti anche incubi notturni o risvegli agitati che richiedono la presenza del genitore vicino al bambino. Il Servizio di Psicologia Clinica interviene offrendo ai genitori e ai bambini la possibilità di un approfondimento ambulatoriale con incontri paralleli bambini e genitori in piccolo gruppo per affrontare le diverse problematiche. Per accedere all’ambulatorio è sufficiente avere una impegnativa per ‘colloquio psicologico-clinico’.

Lo Sportello del Neonato, invece, è un servizio gratuito, con aspetto clinico, attivo presso il Dipartimento di Neonatologia presso la Sede del Bambino Gesù al Gianicolo. E’ curato dal dipartimento di Neonatologia Medica e Chirurgica e si rivolge alle neomamme per sostenerle e supportarle nelle piccole e grandi problematiche di gestione quotidiana di un neonato. Oppure in caso di malattie croniche del piccolo, successive alla ospedalizzazione. Contattando il numero 06/6859.3572 il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 12 alle ore 16, si può ottenere assistenza anche per quel che riguarda gli aspetti legati al ciclo veglia-sonno: si va dal corretto posizionamento del neonato durante il sonno alle situazioni particolari come, ad esempio, il reflusso gastro-esofageo.

Più in generale, il disturbo nel dormire si manifesta se provocato da stati di ansietà, come ad esempio il divenire via via più consapevoli di se stessi o della relazione esistente fra i genitori. “Per disturbo nel sonno – spiega Cristiana De Ranieri, Psicologia Clinica, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – si intende generalmente una difficoltà a godere di un riposo notturno sufficientemente lungo, naturalmente in relazione all’età del bambino. Questo genere di disturbi può riguardare la difficoltà ad addormentarsi, i risvegli frequenti, la faticosa ripresa del sonno, a volte con la presenza, ma non sempre, di manifestazioni di disagio emotivo: pianto, agitazione, inconciliabilità”.

Dormire agitati può anche essere solo un segno di eccitazione per le conquiste del giorno appena trascorso. Durante il primo anno di vita i neonati dormono molto, ma ben presto riescono a stare svegli per periodi più lunghi che non saranno impegnati soltanto ad alimentarsi, ma anche ad essere accarezzati dai genitori, a guardarsi, sorridersi, a “parlare” con loro. Anche gli stati di ansia del 2° anno di vita, che provocano in molti bambini incubi e paure, sono segnali del processo di maturazione mentale e della immaginazione creativa e sono legate spesso ai primi distacchi. Intorno al 3° anno di età i bambini chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o esprimono la paura del buio: è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori.

“Una serie di criticità che può essere superata seguendo determinati accorgimenti. I genitori – prosegue la dottoressa De Ranieri – possono accompagnare l’evoluzione del sonno del bambino contenendone i lati emotivamente più forti: bisogna essere elastici, ma al tempo stesso mantenere anche posizioni ferme. Come per gli altri comportamenti, infatti, fornire un confine e dare una regolarità alle abitudini rispetto al sonno aiuta il bambino a sentirsi contenuto e dà continuità alle sue esperienze: tanto nel corso della giornata quanto durante la notte. Di fronte ad una modifica delle abitudini che riguardano il sonno – dichiara la psicologa del Bambino Gesù – chiediamo sempre quale possa essere l’elemento di “disturbo” (per esempio una nuova esperienza oppure un evento inatteso). Qualora una difficoltà nella sfera dell’addormentamento dovesse permanere a lungo nel tempo o assumere dimensioni incontrollabili tanto da ostacolare il sereno svolgersi della vita del bambino e della famiglia, o anche soltanto se i genitori dovessero sentirsi stanchi, confusi e senza risorse, potrà essere utile consultare uno psicologo dell’età evolutiva”.

 romasociale

 

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