SALUTE, BAMBINI E DISTURBI DEL LINGUAGGIO: COME AFFRONTARLI?
I problemi di linguaggio rappresentano i disturbi neuropsichici più frequenti tra i 2 e i 6 anni. Si tratta di situazioni cliniche molto eterogenee, in cui le difficoltà linguistiche possono manifestarsi isolatamente oppure in associazione con altre condizioni patologiche come deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali.
Lo sviluppo del linguaggio è caratterizzato da una grande variabilità interindividuale, dovuta sia ad alterazioni biologiche del soggetto, sia a fattori ambientali che possono essere di minore o maggiore stimolazione in ambito familiare, inserimento precoce a scuola, presenza di fratelli o sorelle.
Generalmente intorno ai 24 mesi il bambino possiede già un vocabolario di circa 100 parole e inizia a formare le prime frasi e ai 30 mesi di età avviene la vera esplosione del linguaggio, in particolare del vocabolario: il numero di parole prodotte dal bambino aumenta in breve tempo e il bambino inizia a produrre frasi di tre o più parole.
I sintomi iniziano all’età di tre anni costituisce una sorta di spartiacque tra i bambini cosiddetti “parlatori tardivi” e i bambini con un probabile disturbo del linguaggio. La presenza di una produzione di parole ancora non adeguata secondo i parametri dello sviluppo tipico dovrà necessariamente essere valutata da un’attenta visita medica specialistica.
Bisogna considerare i seguenti campanelli d’allarme:
– a 12 mesi, se il bambino mostra difficoltà di comprensione del linguaggio.
– a 24 mesi se il bambino produce meno di 10 parole e ha difficoltà di comprensione.
– a 30 mesi se produce meno di 50 parole e non inizia a combinare insieme due parole.
La diagnosi di Disturbo di Linguaggio viene condotta da un’equipe multidisciplinare costituita da Neuropsichiatra, Psicologo e Logopedista. I professionisti raccoglieranno in un primo momento informazioni sullo sviluppo psicomotorio, linguistico e comunicativo del bambino. In una fase successiva verranno proposti al bambino alcuni test strutturati. Una corretta valutazione dello sviluppo linguaggio prevede in prima battuta una valutazione strutturata dello sviluppo psicomotorio del bambino, per accertare che il ritardo del linguaggio non sia secondario ad un ritardo complessivo dello sviluppo. In un secondo momento sarà necessario effettuare una valutazione delle differenti componenti linguistiche quali forma, funzione e contenuto, che si svolge attraverso questionari standardizzati o compiti con immagini o oggetti da denominare o indicare
Il trattamento riabilitativo consigliato in caso di disturbi del linguaggio è di sicuro la Logopedia, che può essere erogata sia in forma individuale che in piccolo gruppo. In caso di adeguate competenze di comprensione si può attendere fino ai 36 mesi per intraprenderla, diversamente va valutata un’eventuale presa in carico precoce.
Sempre più frequentemente, alla terapia logopedica diretta vengono affiancati interventi indiretti, molto indicati soprattutto prima dei 36 mesi di vita del bambino. Un modello di intervento indiretto è il Parent Training in cui i genitori diventano protagonisti attivi dell’intervento riabilitativo del proprio bambino, grazie alle strategie psicoeducative fornite dallo specialista.
Nei disturbi del linguaggio i genitori possono utilizzare alcune strategie educative che hanno lo scopo di favorire uno sviluppo più adeguato sia delle competenze di comprensione che di produzione. È utile promuovere interazioni sociali il più possibile adeguate alle competenze comunicative del bambino e promuovere la sua iniziativa sociale. In un gioco condiviso il genitore potrebbe fornire stimoli linguistici associati agli oggetti utilizzati o alle azioni che si svolgono così da favorirne l’assimilazione.