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ROMA, PER 2 ITALIANI SU 3 IL VENERDI SANTO SARA’ A BASE DI PESCE

pesce tavola


Per 2 italiani su 3 il Venerdì Santo sarà  a base di prodotti ittici, nel rispetto della tradizione, mentre nel fine settimana di Pasqua i consumi faranno registrare aumenti anche del 50%, con prezzi stabili rispetto allo scorso anno. Il tutto con una spesa complessiva che sfiora i 250 milioni di euro, di cui 70 milioni per primi piatti a base di vongole, frutti di mare e crostacei e 180 milioni per i secondi a base di pesce.

Lo rileva Federcoopesca-Confcooperative che ha stimato in tutto il periodo di Quaresima, un incremento dei consumi ittici del 30%, complice il bel tempo che ha favorito l’offerta sui mercati, in particolare di seppie e calamari, ideali nelle diete ipocaloriche, per il buon potere saziante e il basso contenuto di grassi.

La Quaresima, dopo le feste natalizie e le ferie estive, è il periodo dell’anno in cui gli italiani consumano più pesce, consuetudine ancora molto sentita, anche se nel tempo si sono affievolite le ragioni teologiche. L’usanza di mangiare solo proteine ittiche nel venerdì di Quaresima verrà  rispettata in modo più marcato al Centro-sud (62%) più che al Nord (38%); in particolare dalle donne (55%) contro il 45% degli uomini e dagli over sessanta (70%) rispetto ai più giovani (30%).

In quanto al menu, sì al prodotto povero e al ritorno del pesce azzurro, abbondante proprio in primavera. Per assicurarsi qualità  al giusto prezzo è sempre bene scegliere prodotto di stagione e italiano, indicato con la zona Fao 37. Ad aprile, quindi, semaforo verde per acciuga, cefalo, dentice, nasello, sardina, sogliola, sgombro, triglia, alice, cernia, gamberetto rosa, granchio, mazzancolla, pesce San Pietro, rana pescatrice, razza, ricciola, sarago, scampo, scorfano, seppia, calamaro, spigola e totano.

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