ROMA INDIETRO SUL TRASPORTO SU FERRO, NOVE PROGETTI ANCORA IN STALLO
A Roma la cura del ferro stenta a portare risultati. Sono nove in particolare i progetti in stallo su cui Legambiente riporta l’attenzione: la chiusura dell’Anello ferroviario romano, sul quale dapprima ci sono state le coperture finanziarie dei fondi del Pnrr, poi tagliate con la revisione della scorsa estate, 175 milioni di euro in meno sui 262 che erano disponibili inizialmente. Rimane ora un progetto pronto da 30 anni, passato al vaglio dei cittadini ma che scompare dall’orizzonte.
Il ‘nodo Pigneto’ che prevede la realizzazione di una nuova stazione di interscambio tra ferrovie regionali e metro C nel quadrante est. Ad oggi sono andati deserti 3 bandi di gara, la costruzione non è mai iniziata e si viaggia con un ritardo di almeno 6 anni, dice l’associazione ambientalista.
Sulla questione stazioni sono previsti anche “Piani di assetto” di Tiburtina, Tuscolana, Trastevere e Ostiense, di cui però non si ha nessun aggiornamento.
Il quadruplicamento della Ciampino-Capannelle, anch’esso finito nei tagli della revisione del Pnrr insieme al raddoppio Cesano-Vigna di Valle sulla FL3, mentre il raddoppio della FL2 fino a Guidonia ancora non vede una conclusione.
In previsione del Giubileo del 2025, tra le nuove linee tranviarie finanziate all’interno del Pnrr, vi sono quella lungo Viale Palmiro Togliatti e la Tva (Termini-Vaticano-Aurelio).
Quest’ultima, “rimandata al 2026 perché non sarebbe stata inaugurata in tempo per il Giubileo e i cantieri aperti avrebbero peggiorato la viabilità di aree cruciali agli eventi del 2025, è protagonista di incomprensibili polemiche – afferma Legambiente – che vanno avanti da mesi e che mirano a uno stop dell’opera per motivi surreali, ossia il presunto impatto visivo e acustico su Via Nazionale”.
Una menzione particolare merita la ferrovia Termini-Giardinetti che dall’estate 2015 vede appeso al capolinea di Giardinetti un avviso che notifica la chiusura della tratta Centocelle-Giardinetti. Sono passati quasi 9 anni e nulla è cambiato, lasciando inutilizzati 3 chilometri di binari in un quadrante a dir poco problematico per ingorghi e scarsità di servizi pubblici.