Fatti di Roma

ROMA: IL DRAMMA DELLA PROSTITUZIONE SCHIAVIZZATA TRA INDIFFERENZA E IGNORANZA

Roma Lampione


Nella nostra capitale è il fenomeno  della prostituzione coatta è in continua e preoccupante espansione. Nelle notti che i nostri giovani della Comunità Papa Giovanni XXIII di don Benzi trascorrono per avvicinare queste giovanissime ragazze, di cui il 40% minorenni, emerge il dramma di un mercato sempre più squallido e degradante. Molti romani restano infastiditi solo per una questione estetica, di pubblica decenza, di degrado della città o di ordine pubblico, ma la prima vera emergenza è salvare le numerose schiave, ragazze innocenti, ingannate, giunte in Italia nella speranza di trovare una sorta di benessere e un lavoro dignitoso. Anche in questo caso trovano invece migliaia di maschi italiani pronti a pagare per usare e abusare del loro corpo come se fossero oggetti senza cuore.

E’ scandaloso che nel XXI secolo e nella nostra società occidentale vi possano essere ancora persone vendute, violentate e ridotte al silenzio. L’ignobile mercato della prostituzione, è portato avanti da potenti racket criminali che controllano, sfruttano, abusano tante donne, in Italia circa 100mila. A livello mondiale il meretricio coatto costituisce un business che rende dai sette ai tredici miliardi di dollari l’anno. Quanti credono che le donne si prostituiscano per libera scelta farebbero bene a ricredersi: chi può desiderare di vendere il proprio corpo per strada sotto mille intemperie, dinanzi a montagne di rifiuti, prendendo calci e pugni e rischiando la vita ogni volta? I clienti sono i primi responsabili di questo fenomeno grave e diffuso: 9 milioni di maschi in tutto il territorio nazionale, chiedono prestazioni sessuali a pagamento impunemente del corpo di ragazzine che potrebbero essere le loro figlie, le loro nipoti. Professionisti e padri di famiglia, giovani ed anziani, sono pronti a sborsare diverse centinaia di euro per assecondare i propri vizi e perversioni sessuali.

Ogni giorno in Italia le Forze dell’Ordine scovano e arrestano i criminali dediti allo sfruttamento della prostituzione; quotidianamente, sia sulle strade che all’interno di locali privé, night, alberghi e appartamenti, vengono eseguite operazioni di polizia esemplari dimostrando come il diffuso fenomeno della prostituzione coatta sia molto diffuso. Tuttavia i mercenari, gli schiavisti continuano imperterriti a gestire il traffico di esseri umani, beffandosi dello Stato italiano. La maggior parte della gente è consapevole ma impaurita, quasi assuefatta, alla drammatica situazione che vede le organizzazioni impadronirsi del territorio; sembra davvero di trovarsi di fronte ad una vera e propria base intoccabile, un covo, non così sconosciuto, dove varie mafie si spartiscono il bottino ricavato sulla pelle di queste povere ragazze.

Ogni tanto viene ripresentato qualche infausto progetto di regolamentazione della prostituzione,  con lo squallido motivo di poter così rimpinguare le borse dell’erario in questo periodo di crisi economica o con la scusa di voler tutelare la salute della donna. Ma dov’è finita la dignità dell’essere umano? E’ possibile che qualche politico desideri per un proprio familiare un futuro da meretrice in un centro commerciale? Qualunque proposta in tal senso, inoltre, sarebbe inconcepibile e dannosa perché renderebbe lo Stato italiano il protettore delle organizzazioni criminali, il “grande magnaccia” che specula sulla pelle degli altri. Nessuna persona, anche se spinta a prostituirsi soltanto per uno stato di bisogno, dovrebbe essere rinchiusa, ghettizzata e recintata in alcun luogo, a meno di non volerla insultare più di quanto già venga fatto e considerarla alla stregua di un animale. Molto è stato fatto e ancora si può realizzare al fine di perseguire le vie della liberazione per queste donne. Le lodevoli ordinanze comunali contro i “clienti del sesso”, (i primi responsabili di questa grande offerta), sono da portare avanti con rinnovato rigore ed impegno dalla varie amministrazioni, non sono sufficienti a fermare questa vergogna senza una specifica normativa di carattere nazionale. L’esperienza delle associazioni che incontrano le ragazze sulle strade testimonia come in tante siano riuscite ad affrancarsi dalla schiavitù, abbiano cambiato vita e siano rientrate a pieno titolo nella società. Basta che venga fornita loro una possibilità!

don Aldo Buonaiuto

 

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