RIETI, L’APPELLO DELLA CISL SBLOCCARE I CANTIERI
La provincia di Rieti causa anche l’emergenza sanitaria per il covid-19, “sconta una crisi senza precedenti. Il territorio già dichiarato area di crisi complessa e dopo la desertificazione del suo nucleo industriale, ha bisogno di una svolta”. Carlo Costantini, segretario generale della Cisl Roma Capitale Rieti e Paolo Bianchetti della Cisl Roma Rieti. “Ebbene gli investimenti nelle opere pubbliche e non – spiega ancora la nota – possono essere un volano di ripresa fondamentale per l’intera provincia. Sono molti i progetti ed i cantieri da aprire o fermi da troppo tempo. Molti sono riconducibili alle opere viarie di collegamento, altri sul versante della sanità ed altri ancora sul turismo o sulla riqualificazione delle aree ex industriali. Sul versante viabilità occorre definire e far partire senza ulteriori indugi i lavori sulla via Salaria previsti dall’accordo di sviluppo sottoscritto con la Regione Lazio nel 2017. Nello specifico ci sono da sbloccare gli interventi previsti dalla nuova rotatoria di Passo Corese, il tratto dal chilometro 56 al chilometro 64 fino ad arrivare all’ultimazione dello svincolo di Micigliano direzione Amatrice. Più in generale sarà necessario tendere al raddoppio della via Salaria così come previsto nell’accordo sottoscritto. In più c’è da ultimare il tratto della Rieti-Terni nonchè il tratto della Rieti-Torano”.
Il sisma, proseguono Carlo Costantini, segretario generale della Cisl Roma Capitale Rieti e Paolo Bianchetti della Cisl Roma Rieti, “ci ha consegnato una situazione drammatica che stenta ancora a decollare. Troppo pochi i cantieri aperti sul versante della ricostruzione privata che auspichiamo aumentino con la nuova ordinanza del commissario al sisma di maggio 2020. In ogni caso sia la ricostruzione privata che quella pubblica hanno necessità di una svolta definitiva con la partenza delle opere previste ossia della costruzione dei 2 nuovi ospedali ad Amatrice e a Rieti. Opere strategiche che vanno nella direzione del miglioramento della sicurezza sismica delle strutture ma soprattutto restituiscono la qualità delle cure ai cittadini del territorio provinciale. Nella direzione dell’edilizia pubblica si inserisce anche il tema delle scuole, molte di esse vanno costruite nuove con i criteri antisismici. Va abbandonata l’idea consolidamenti che non garantiscono sicurezza soprattutto per quegli edifici del centro storico e non solo molto vecchi ove insistono ogni giorno centinaia di ragazzi. Procedere con una nuova politica di edilizia scolastica, identificare le aree e costruire gli edifici, d’altronde i fondi ci sono e sono previsti proprio in questa direzione. In parallelo è di vitale importanza sbloccare definitivamente le aree della zona ex industriale ormai al centro della città, riqualificandola definitivamente e restituendola alla città. Molti i progetti che negli ultimi anni sono stati presentati, oggi è il tempo di dare gambe a quei progetti”.
Il territorio della provincia, continua ancora il comunicato della Cisl, “è chiaramente vocato al turismo sia esso sportivo, naturalistico e religioso. Un’area verde e montana, tra riserve naturali, antichi borghi, percorsi di fede ed enogastronomici, estremamente vicina alla Capitale, che può vedere negli investimenti turistici un nuovo volano per la ripresa economica. Nel passato Rieti è stata definita come la possibile “Toscana del Lazio” ma al fine di poter giungere a tale traguardo il territorio necessita di strutture recettive, dall’albergo diffuso agli investimenti sui cammini di fede fino alle strutture sportive a sul Terminillo. In questa direzione lo sblocco degli investimenti della Montagna di Rieti, famosa nella storia come la “Montagna di Roma” necessita della definizione del progetto del Tsm2 (Terminillo stazione Montana) che dia nuovo impulso al turismo sia invernale che estivo. Il rapporto di ‘Sky pass panorama turismo’ elaborato dall’osservatorio italiano turismo montano calcola che gli investimenti generino nuova occupazione in un rapporto di 1 a 53 calcolato tra gli operatori assunti nel settore funivie e quelli che si sviluppano nell’indotto totale. Dunque se dopo i primi 3 anni e a regime, il comprensorio necessiterà di 80 addetti agli impianti si potrebbe generare occupazione per 4240 tra la stagione estiva e quella invernale, occasione troppo grande per perderla senza nemmeno provarci. Siamo certi che dallo sblocco dei cantieri e dei progetti messi in campo possa scaturire una nuova rinascita economica di un territorio che è stanco di aspettare i tempi della politica e della burocrazia”.