QUANDO IL GIUBILEO SI FONDE CON LO SPORT
Europei. Olimpiadi.
Se pensiamo agli eventi sportivi del 2016 non possiamo fare altro che pensare a queste due manifestazioni che monopolizzeranno, o quasi, il panorama mediatico riguardante lo sport per tutta quest’estate.
Giubileo.
Non servono spiegazioni per parlare dell’importanza della ricorrenza. Ma qual è la connessione tra gli eventi sportivi e l’anno santo? Probabilmente nessuna o almeno questi tre avvenimenti non sono così collegati, ma nel mondo cattolico c’è un torneo che unisce la passione per il calcio, e per lo sport in generale, e il mondo ecclesiastico: la Clericus Cup.
La Clericus Cup nata dall’idea del Cardinal Bertone non è una novità, bensì un torneo che sta diventando sempre più una tradizione tanto che è giunta alla sua decima edizione. Questa edizione del Torneo, contrassegnata dallo slogan “la Misericordia scende in campo” è stata presentata presso il CSI – Centro Sportivo Italiano nei giorni scorsi in una apposita conferenza stampa e per quanto possa sempre un evento sportivo comunque di stampo dilettantistico, l’organizzazione è seria e l’impegno di tutti è lampante, tanto che son state coinvolte 16 squadre e creato un apposito calendario.
Per l’occasione si è prestato alle domande Mister Caioli, allenatore della squadra della Pontificia Università Gregoriana, dove si è partiti dalle emozioni che si vivono per un’esperienza del genere e si è finito con uno sguardo al futuro.
Dopo una vita passata a lavorare in Gregoriana – ci ha raccontato – che l’emozione più bella che questa iniziativa gli fa provare è quella di poter continuare lavorare con dei ragazzi, che seppur impegnati in un cammino come quello ecclesiastico, esternano un lato del loro carattere legato al calcio e allo sport che magari non siamo soliti avvicinare a preti e sacerdoti, in un panorama particolarmente aggregante, multietnico e competitivo.
Si perché i calciatori (si, calciatori) si impegnano veramente, rispettando allenamenti e partite, vivono l’esaltazione della vittoria e il bruciore della sconfitta, la tensione quando le partite diventano delicate e la paura di non raggiungere un risultato perché anche agli uomini di Chiesa piace vincere e per raggiungere l’obiettivo danno il massimo a loro disposizione.
Con un certo piacere inoltre ci ha parlato della dimensione raggiunta dal torneo spiegando come già conti più di 350 iscritti al torneo, con 65 nazioni rappresentate e con la presenza di squadre quasi ed esclusivamente internazionali; ovviamente la curiosità ci ha spinto a chiedere se secondo lui potrebbe essere possibile far crescere questi numeri e il numero di squadre partecipanti in un futuro, cosa che lui si augura ma che trova un po’ di difficile realizzazione in quanto i partecipanti non sono dei professionisti bensì delle guide spirituali e dei punti di riferimento per molti.
In un’occasione come questa non si può non pensare che “il calcio è un miracolo”.
Pietro Proietti