PSICHIATRIA, SUICIDIO NUOVA EMERGENZA SOCIALE
Nel nostro Paese aumentano i suicidi: con un incremento del 12% nell’ultimo triennio, circa 4000 persone l’anno di cui 200-250 nella sola Capitale, 700 nella Regione Lazio…100 morti in più che per incidente stradale.
L’OMS stima che ogni anno nel mondo muoiono un milione di persone per suicidio, due ogni minuto, con un tasso di mortalità di 14,5 su 100.000 abitanti.
A parlare di questo allarmante fenomeno è Maurizio Pompili, psichiatra e suicidologo docente alla facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza di Roma, nonchè direttore del Servizio per la Prevenzione del Suicidio dell’ospedale Sant’Andrea.
Il dott. Pompili ha raccolto la sua esperienza in un libro dal titolo “ La prevenzione del suicidio ” (ed.Il Mulino) presentato a Roma con la partecipazione di mons.Andrea Manto, direttore per la Pastorale della Salute del Vicariato di Roma.
Monsignor Manto nel suo intervento ha dichiarato che “ è necessario spezzare l’isolamento che circonda chi pensa di togliersi la vita e c’è bisogno dell’aiuto di tutti, poiché è la prospettiva con cui guardiamo al disagio che deve cambiare. La frammentazione del tessuto sociale e l’ambito familiare sempre più problematico ci rendono più fragili e creano quell’humus in cui facilmente si innestano i disagi mentali.”
Per il dott. Pompili fondamentale mettere in atto una strategia in termini di informazione e prevenzione che vinca “lo stigma”, quel marchio negativo associato a coloro che hanno tentato il suicidio ed anche alle persone che hanno perso un caro per suicidio, i survivors.
Mons. Manto ha accentuato il concetto di stigma sottolineando che “ l’atteggiamento di evitamento del problema tende a sottostimare i messaggi di richiesta di aiuto, come dimostra il fatto che il 45% di coloro che tentano il suicidio hanno avuto almeno un contatto con il loro medico di base, senza che questi abbia riconosciuto il rischio in cui sarebbe incorso il suo paziente”.
Per tale motivo sarebbe auspicabile la figura di uno “ psicologo di base ” di affiancamento al medico ed in grado di interpretare i sintomi del disagio e prevenire gli atti estremi, come già da tempo suggerito da Giuseppe Palma presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi.
Sintomatico della grave crisi economica che stiamo vivendo è il range di età dei suicidi, tra i 25 ed i 64 anni, dunque in età lavorativa, come si verificò negli anni della Grande Recessione in America.
Ma una sorprendente ed inquietante categoria a rischio sono i bambini sotto i 14 anni, per eventi traumatici legati a problemi familiari o a bullismo: nei Paesi industrializzati il suicidio può essere la seconda o terza causa di morte tra adolescenti.
Massima attenzione dunque ai ragazzi, entrando nelle scuole e nelle famiglie.
Va recuperato il rapporto con l’altro per colmare l’enorme vuoto affettivo e sociale che crea l’impulso suicida e va aiutata la famiglia che, ha ribadito ancora il direttore della Pastorale per la Salute del Vicariato, “ è vittima di una morte difficile da accettare, spesso socialmente colpevolizzante ed emarginante ”.
Il Servizio Prevenzione Suicidio dell’ospedale Sant’Andrea prende in carico circa mille chiamate l’anno da tutta Italia con consulenze gratuite ed altamente specializzate, ed ha un numero telefonico attivo dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 16,30, ma non può bastare: la politica in genere e quella sanitaria nella fattispecie, devono fornire risposte maggiori ed allargare la prevenzione nell’area del disagio mentale, settore a tutt’oggi non sufficientemente potenziato rispetto all’intensificarsi delle richieste e spesso lasciato alla buona volontà delle associazioni cattoliche o di chi per amore della professione dedica tutte le sue energie a chi soffre, come il dott. Pompili .
E’ tempo che la politica faccia la sua parte, si prenda le sue responsabilità e attivi quella coscienza che non nasce da una poltrona conquistata ma che su quella poltrona dovrebbe far lievitare il bene comune: presto, perchè chi soffre ha poco tempo.
Daniela Pieri