PROCESSO RAGGI, LA SINDACA,”MARRA SEGUIVA MIE DIRETTIVE”
“Nella nomina di Renato, il fratello Raffaele non ha avuto alcun potere discrezionale. Si è limitato ad eseguire una mia direttiva nell’ambito della procedura di interpello per i nuovi dirigenti. Il suo fu un ruolo compilativo”. Così la sindaca Virginia Raggi esaminata questa mattina davanti al giudice monocratico Roberto Ranazzi nel corso del processo che la vede imputata per falso.
“Non aveva potere discrezionale, perché la scelta era mia – ha aggiunto Raggi – si limitava solo a firmare un atto. Allora secondo me non si sarebbe dovuto astenere”. Una ricostruzione, quella della sindaca, collegata a quanto scrisse nella lettera alla responsabile Anticorruzione del Campidoglio che aveva recepito una segnalazione dell’Anac.”In quella nomina non c’erano anomalie – ha aggiunto Raggi – Ho scelto in totale autonomia”.
La sindaca ha aggiunto che “anche oggi riscriverebbe la stessa cosa all’Anticorruzione” anche se ha ammesso “di avere saputo solo dopo,” quando “sono stata interrogata in procura, della riunione fra l’assessore Adriano Meloni, il responsabile del personale Antonio De Santis in cui Raffaele Marra fa il nome del fratello Renato. Devo dire però che Meloni si prese subito la paternità della scelta di Renato Marra e la difese anche dopo che il caso fini’ all’attenzione della stampa”.