PRESENTATO “L’ANELLO VERDE” DI ROMA
Il sindaco di Roma Virginia Raggi insieme all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Gianfranco Battisti ha presentato questa mattina la pianificazione per l’Anello verde della città, una rete naturalistica e ambientale per riconnettere la città con il paesaggio e i suoi spazi pubblici attraverso i nodi dell’anello ferroviario per uno sviluppo sostenibile del territorio. Sul tema approderà a breve in giunta una delibera che contiene l’assetto generale dell’anello verde che tocca principalmente il lato est della città connettendo la Riserva naturale della valle dell’Aniene al parco dell’Appia Antica passando dai parchi Casilino, Tiburtino, Centocelle, Serenissima. Alla conferenza stampa in Campidoglio erano presenti anche l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori, l’assessore alla Mobilità Pietro Calabrese, e l’amministratore delegato di Fs sistemi urbani, Umberto Lebruto. Un punto centrale per la realizzazione dell’anello passa dalla redistribuzione dei diritti edificatori dei privati. Ferrovie dello Stato si presenta su questo come il primo interlocutore con 1,5 milioni di metri cubi di superfici in città.
“L’anello verde – ha detto Raggi – vuole ricucire delle cicatrici della mobilità dentro la città. Per farlo si vanno a rivedere una serie di diritti edificatori consolidati attorno a delle zone di mobilità per recuperarle come verde agricolo andando invece a densificare e riempire i vuoti. In pratica, togliamo diritti edificatori dalla campagna romana e li portiamo in aree ben definite che vogliamo sviluppare. In questo modo andiamo a riqualificare la nostra città scegliendo e programmando lo sviluppo nei poli che abbiamo scelto. Ci poniamo in maniera seria e credibile di fronte agli investitori per dire dove vogliamo andare a sviluppare in questa città. Roma – ha proseguito la prima cittadina – può ambire ad essere una città del futuro, deve essere solo accompagnata. Questo è un atto programmatorio irrinunciabile per la città da qui ai prossimi anni. Questi diritti edificatori sono consolidati, ma noi possiamo gestire il passato non come fosse un peso, ma trasformandolo in un volano. È quello che stiamo facendo”.
“Questa delibera – ha aggiunto l’assessore alla Mobilità Pietro Calabrese – è frutto di due indirizzi dell’Assemblea capitolina che hanno posto le basi per una rinnovata visione del quadrante est della Capitale, una vera trasformazione dell’assetto urbano della città. Una ridefinizione strettamente interrelata, nei suoi principi ispiratori, sia al trasferimento e recupero di spazi nell’ambito della stazione Tiburtina, in funzione delle previsioni contenute nel Piano urbano della mobilità sostenibile, sia al conseguente aumento di verde pubblico nelle restanti aree a est di Roma, in rapporto alla loro densità abitativa, fra le più alte d’Europa. Fra gli interventi definiti prioritari, si preannuncia la chiusura a est della ‘Cintura dei Parchi’, grazie allo stralcio del piano precedentemente previsto per nuove cubature nelle aree Sdo Casilino e Centocelle, la ridefinizione degli interventi nell’area di Pietralata, e il nuovo assetto d’ambito Tiburtina, l’area con la maggiore potenzialità di sviluppo della Capitale. È una visione complessiva che mette a sistema un riordino urbano basato finalmente sulla mobilità sostenibile”.
Sono 5 i pilastri dell’anello verde: ambiente, mobilità intelligente e alternativa, qualità e integrazione, sviluppo sostenibile, ascolto e partecipazione. Ogni punto ha i suoi obiettivi. Sull’ambiente c’è quello di fermare il consumo di suolo rimodulando i diritti edificatori consolidati attraverso la densificazione dei poli sul sistema del ferro e favorendo la valorizzazione ambientale delle aree libere; definire un nuovo disegno del sistema delle aree verdi, creando l’interconnessione con i grandi sistemi naturalistici urbani quali il Parco dell’Aniene a nord-est, il Parco dell’Appia Antica ed il fiume Tevere a sud e la riammagliatura delle aree verdi non insediate; riconoscere nella pianificazione territoriale il valore sociale, culturale degli usi e della cura sussidiaria di spazi interstiziali e abbandonati come dell’agricoltura come fattore di valorizzazione economica ed elemento fondante del territorio anche in ambito urbano immaginando territori permeabili tra città e campagna, luoghi ibridi semi-urbani e semi-agricoli.
Per quanto riguarda la mobilità si punta a sviluppare l’intermodalità (ferro/gomma/bici e privato/pubblico) attraverso la progettazione di un efficiente sistema di interscambi e di “hub metropolitani”; promuovere il potenziamento dei servizi di bike-scooter-car sharing ed altri mezzi di mobilità innovativi, con l’estensione e integrazione dei servizi esistenti; contribuire allo sviluppo delle reti infrastrutturali per la mobilità attraverso soluzioni orientate alla sostenibilità degli interventi, sia dal punto di vista ambientale sia economico concertando le soluzioni con le comunità locali; realizzare una rete per la mobilità dolce a livello locale interconnessa con la rete urbana e regionale anche attraverso l’apertura di specifici punti utili a riconnettere il sistema alla rete esistente integrando i sistemi di mobilità di un sistema di reti oggi indipendenti e non comunicanti.
C’è poi il capitolo qualità e integrazione. Qui i punti cardine sono: soluzioni progettuali di qualità da attuare in maniera prioritaria prioritariamente mediante procedure concorsuali; sviluppi di progetti di riqualificazione delle porte di accesso alla città, dei nodi di scambio, le piazze delle stazioni, dei luoghi di connessione tra città, mobilità e paesaggio; consolidamento delle vocazioni di alcuni settori urbani come nel caso della revisione dello schema di assetto della Stazione Tiburtina e dello Sdo Pietralata, rivedendone le potenzialità e gli obiettivi, armonizzandone i contenuti con gli indirizzi attuali in merito alla visione sistemica del quadrante; integrazione degli obiettivi e gli interventi previsti dai progetti con i programmi complessivi dello specifico ambito d’intervento in cui sono inseriti. Sullo sviluppo sostenibile gli obiettivi sono: la rimodulazione delle previsioni con strategie di rilocalizzazione di diritti edificatori già acquisiti, al fine di consolidare le vocazioni dei diversi ambiti e densificare maggiormente i poli già infrastrutturati e serviti dal trasporto pubblico su ferro; l’individuazione di aree di alto valore ambientale e naturalistico da preservare per garantire la continuità dei sistemi ambientali e favorendo progetti di rinaturalizzazione anche a seguito degli indirizzi internazionali per lo sviluppo sostenibile delle città. Infine per quanto riguarda scolto e partecipazione, il metodo che l’Anello verde seguirà passa dalla revisione della strumentazione urbanistica vigente con l’ascolto del territorio, degli stakeholder qualificati e di quelli istituzionali attraverso incontri con la cittadinanza, percorsi di partecipazione.