PRESENTATO AL CLERO DELLA CAPITALE IL NUOVO MESSALE ROMANO
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Alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis è stata presentata ieri al clero di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la nuova edizione italiana del Messale romano che entrerà in vigore dal 29 novembre, Domenica I di Avvento.
“Sarà l’occasione per riscoprire nella Messa il polo essenziale, l’occasione imprescindibile per generare relazioni autentiche, sane e improntate al Vangelo, per riscoprire l’Eucaristia come esperienza di popolo”, ha detto il porporato nel suo saluto, riportato dall’Osservatore Romano. “Sarà un momento privilegiato del nostro stare insieme, per consegnare al Padre ogni grido che abbiamo ascoltato in città, per affidargli i nostri propositi di costruire e ripristinare relazioni fraterne. A Lui racconteremo ciò che abbiamo appreso nell’ascolto contemplativo delle sorelle e dei fratelli incontrati. Il Messale ci riporta alla comunità, all’esperienza di popolo e l’Eucaristia, è la risposta del popolo all’amore coinvolgente del Padre”.
A illustrare questa terza edizione del volume è stato il vescovo di Castellaneta, presidente della Commissione per la liturgia della Conferenza episcopale italiana. Tra i maggiori cambiamenti della nuova edizione, «Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle», laddove finora, nelle celebrazioni eucaristiche, nel Confiteor dell’atto penitenziale si diceva soltanto “fratelli”. È una novità ancor più rilevante dopo l’appello di Papa Francesco a una maggiore apertura alle donne nella Chiesa. Altra innovazione importante, di cui comunque si è già ampiamente discusso, riguarda la preghiera del Padre nostro: non si dirà più “e non ci indurre in tentazione” ma “non abbandonarci alla tentazione”. Inoltre, sempre nella stessa preghiera, è previsto l’inserimento di un “anche” (“come anche noi li rimettiamo”).
Cambia anche il Gloria, dove il tradizionale “pace in terra agli uomini di buona volontà” è sostituito con la nuova frase “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. Si dirà poi “scambiatevi il dono della pace” per sottolineare la sua provenienza da Dio come effettivamente traspare dalla preghiera che introduce il rito.