PAPA: SE POTESSI FARE UN MIRACOLO GUARIREI TUTTI I BAMBINI
“Ballate come facevo io, mette allegria”. E ancora: “Se potessi fare un miracolo guarirei tutti i bambini”. Sono alcune delle risposte di papa Francesco alle lettere ai più piccoli raccolte nel libro “L’amore prima del mondo” di Bergoglio, da domani in libreria (Rizzoli).
“Io guarirei i bambini”, dice il Papa in un’anticipazione del Corriere della Sera. “Non sono riuscito ancora a capire perché i bambini soffrano. Per me è un mistero. Non so dare una spiegazione. Mi interrogo su questo. Prego su questa domanda: perché i bambini soffrono? E’ il mio cuore che si pone la domanda. Gesù ha pianto e piangendo ha capito i nostri drammi. Io cerco di capire. Se potessi fare un miracolo, guarirei tutti i bambini. La mia risposta al dolore dei bambini è il silenzio oppure una parola che nasce dalle mie lacrime. Non ho paura di piangere. Non devi averla neanche tu“.
Da bambino, afferma Bergoglio in risposta a chi gli chiede se da piccolo gli piacesse ballare, “mi piaceva stare insieme con altri bambini, giocare, fare la ronda, ma anche ballare le nostre danze tipiche dell’Argentina. Poi da ragazzo mi piaceva ballare il tango. Mi piace tanto il tango. Vedi, ballare è esprimere la gioia, l’allegria. Quando uno è triste non può ballare”. Francesco critica la persona “malata di serietà” e aggiunge”: Ballate, voi che siete bambini, così non sarete troppo seri quando sarete grandi!”.
A un bambino che domanda se la sua mamma, morta, sia in cielo con le ali d’angelo, il Papa risponde decisamente no: “Tua mamma sta in cielo bella, splendida, piena di luce. Non le sono cresciute le ali. E’ proprio la tua mamma che tu conosci, ma più bella che mai. E lei ti guarda e sorride a te che sei suo figlio”. Un bambino cinese chiede al Papa se gli piace il calcio: “Mi piace molto. Io non ho mai giocato partite serie perché non ho mai imparato bene la tecnica del gioco. Il mio piede non è agile. Ma mi piace tanto vedere giocare le squadre sul campo. Sai perché? Perché vedo che è un gioco di squadra, di solidarietà”. Un bambino italiano chiede al Papa se è mai stato chierichetto, e Francesco racconta la sua esperienza da bambino, spiegando che alla sua epoca la messa era ben diversa: “La messa non era in italiano”, bensì in latino. “Il prete parlava ma io non capivo niente. E così anche i miei compagni. Allora poi per gioco imitavamo il prete storpiando un po’ le parole per farne strane frasi in spagnolo. Ci divertivamo. E ci piaceva tanto servire la messa”.
Le domande dei bambini sono state raccolte da bambini di varie istituzioni rette dai gesuiti in tutto il mondo e le risposte del Papa sono state raccolte da padre Antonio Spadaro, direttore della “Civiltà cattolica”. (Askanews)