PAPA, IL SEMINARIO SIA COME LA FAMIGLIA DI NAZARET
“Mi piace immaginare il seminario come la famiglia di Nazaret, nella quale Gesù è stato accolto, custodito e formato in vista della missione affidatagli dal Padre”. A dirlo il Santo Padre accogliendo giovedì la comunità del Pontificio seminario marchigiano Pio XI di Ancona.
Bergoglio rivolgendosi ai giovani ha osservato: “La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. Solo quando un amore è casto, è veramente amore. L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici”.
Quindi ha raccomandato di comunicare sempre la bontà del Signore: “Non accontentatevi di essere abili nell’uso dei social e dei media per comunicare. Solo trasformati dalla parola di Dio potrete comunicare parole di vita – ha continuato Francesco – il mondo è assetato di sacerdoti in grado di comunicare la bontà del Signore a chi ha sperimentato il peccato e il fallimento, di preti esperti in umanità, di pastori disposti a condividere le gioie e le fatiche dei fratelli, di uomini che si lasciano segnare dal grido di chi soffre”.
Papa Francesco è poi tornato su un concetto già espresso in occasione dell’udienza con i seminaristi del convitto San Luigi dei Francesi in Roma, sulla necessità che i sacerdoti siano quanto più possibile in mezzo alle gente: “Il Seminario, dunque, non deve allontanarvi dalla realtà, dai pericoli e tanto meno dagli altri ma, al contrario, farvi diventare più prossimi a Dio e ai fratelli. Tra le mura del Seminario dilatate i confini del cuore, estendeteli a tutto il mondo, appassionatevi di ciò che ‘avvicina’, ‘apre’ e ‘fa incontrare’ – ha osservato il Papa – diffidate delle esperienze che portano a sterili intimismi, degli ‘spiritualismi appaganti’, che sembrano dare consolazione e invece portano a chiusure e rigidità”.