PAPA FRANCESCO: LA FEDE O È MISSIONARIA O NON È FEDE
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“Oggi la Chiesa celebra san Marco, uno dei quattro evangelisti, molto vicino all’apostolo Pietro. Il Vangelo di Marco è stato il primo ad essere scritto: è semplice, uno stile semplice, molto vicino. Se oggi avete un po’ di tempo, prendetelo in mano, leggetelo: non è lungo, ma fa piacere leggere la semplicità con la quale Marco racconta la vita del Signore”.
Così papa Francesco ha iniziato l’omelia della messa del mattino a Casa Santa Marta. Poi, commentando il Vangelo di oggi, ha spiegato che “la fede o è missionaria o non è fede”. “La fede non è una cosa soltanto per me – ha proseguito -, perché io cresca con la fede. Questa è un’eresia gnostica. La fede sempre ti porta a uscire da te, uscire, la trasmissione della fede”. La fede va trasmessa, va offerta – ha detto ancora il Pontefice -, soprattutto con la testimonianza: ’andate, che la gente veda come vivete’. Qualcuno mi diceva, un prete europeo, di una città europea, mi diceva ’c’è tanta incredulità, tanto agnosticismo nelle nostre città, perché i cristiani non hanno fede, se l’avessero sicuramente la darebbero alla gente’”.
“Manca la missionarietà – ha insistito Francesco -, perché nella radice manca la convinzione. ’Se io sono cristiano, sono cattolico’, come se fosse un atteggiamento sociale: nella carta d’identità ti chiami così, ’e sono cristiano’, è un dato della carta d’identità. Questa non è fede, questa è una cosa culturale. La fede necessariamente ti porta fuori, ti porta a darla”. “La fede va trasmessa, essenzialmente, non è quieta – ha ribadito -. ’Ah, lei vuoi dire padre che tutti dobbiamo essere missionari, andare nei paesi lontani…’. No, questa è una parte della missionarietà. Questo vuol dire che se tu hai fede, necessariamente tu devi uscire da te e far vedere socialmente la fede”.
“La fede è sociale, è per tutti – ha affermato Bergoglio -. E questo non vuol dire fare proselitismo, come se io fossi una squadra di calcio che fa proselitismo, o fossi una società di beneficenza. No, nella fede niente è proselitismo. E’ far vedere la liberazione perché lo Spirito Santo possa agire nella gente”. E questo, ha spiegato ancora, “con la testimonianza. ’E come la testimonio?’ Col servizio. Il servizio è un modo di vivere: se io dico che sono cristiano e vivo come un pagano, non va. Questo non convince nessuno. Se io dico che sono cristiano e vivo da cristiano, questo attira. E’ la testimonianza”.
“Una volta – ha raccontato il Papa -, uno studente universitario mi ha domandato, in Polonia: ’ma nell’università io ho tanti compagni atei, cosa devo dirgli per convincerli?’. Niente caro, niente. L’ultima cosa che tu devi fare è dirgli qualcosa. Incomincia a vivere, e loro vedendo la tua testimonianza ti domanderanno ’perché tu vivi così?”. “La fede va trasmessa, ma non per convincere, per offrire un tesoro”, ha sottolineato. “Quante volte nella Chiesa, nella storia, sono nati i movimenti, i raggruppamenti di uomini o donne che volevano convincere della fede, convertire, i proselitisti? E come sono finiti? Nella corruzione”, ha detto Francesco. “Nella trasmissione della fede c’è sempre il Signore con noi – ha quindi aggiunto -. Nella trasmissione delle ideologie ci saranno i maestri, ma quando io ho un atteggiamento di fede che va trasmessa c’è il Signore lì che mi accompagna. Mai nella trasmissione della fede sono solo: è il Signore con me che trasmette la fede”. “Preghiamo il Signore perché ci aiuti a vivere la nostra fede così, la fede da porte aperte, una fede trasparente, non proselitista, ma che faccia vedere ’io sono così’ – ha concluso il Papa -. E con questa sana curiosità aiuti la gente a ricevere questo messaggio che la salverà”.