PAPA: CON MINORI NON SI SCHERZA
“Che ci facciamo con le solenni dichiarazioni sui diritti dei bambini” se poi facciamo pagare ai piccoli “gli errori degli adulti?”. “Con i bambini non si scherza”, “c’è una responsabilità sociale di ognuno di noi e di ogni Paese” nei loro confronti. Papa Francesco ha ripreso oggi le catechesi sulla famiglia con le quali sta accompagnando il cammino verso il sinodo d’autunno, e con parole molto chiare ha denunciato la “passione” dei bambini sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, e le minacce e violazioni cui sono sottoposti.
Lo ha fatto usando e l’analisi sociologica e il suo cuore cristiano, questo specialmente quando ha ricordato che “nessuna lacrima di bambini va perduta” davanti a Dio, e quando ha spiegato che “il Signore ascolta quanto gli riferiscono gli angeli dei bambini, domandiamoci sempre cosa racconteranno a Dio di noi questi angeli dei bambini?”. Tra i drammi che vivono i piccoli il Papa ha citato non solo le violenze, gli abbandoni, l’infanzia rubata, ma anche la vita logorante e i ritmi disumani cui sono costretti i genitori, e le “unioni immature e separazioni irresponsabili”.
“Oggi purtroppo – ha detto – dobbiamo parlare delle storie di passione che vivono molti di loro, tanti fin dall’inizio derubati di loro infanzia e futuro; qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo, ma questo è vergognoso, non scarichiamo sui bambini le nostre colpe per favore, i bambini non sono mai un errore, la loro fame non è un errore come non lo è loro povertà, fragilità, abbandono, tanti bambini abbandonati per le strade, e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità, tanti bambini che non sanno cosa è una scuola, e non lo è neppure tutto questo, semmai questi sono motivi per amarli di più con maggiore generosità; che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo, dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti“.
“Ogni bambino per strada senza cibo, senza scuola, senza cure mediche, – ha denunciato – è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che noi adulti abbiamo costruito, e purtroppo questi bambini sono preda dei delinquenti che li sfruttano per indegni traffici o commerci o addestrandoli alla guerra e alla violenza“. “E’ vero – ha ancora osservato papa Francesco – che i bambini con difficoltà trovano spesso genitori straordinari”, “ma questi non dovrebbero essere lasciati soli, dovremmo accompagnarli nella loro fatica ma offrire anche loro momenti di gioia spensierata, perché non siano presi solo dalla routine operativa”.
I figli di “unioni immature” o che “pagano il prezzo di separazioni irresponsabili”, ha osservato, “subiscono gli esiti della cultura dei diritti soggettivi e esasperati e ne diventano poi i figli più precoci, spesso assorbono violenza che non sono in grado di smaltire e sotto gli occhi dei grandi sono costretti ad assuefarsi al degrado”. Infine una critica alle giustificazioni di chi ignora la passione dei bimbi: le ha chiamate “difesa legale di ufficio: ’dopo tutto non siamo un ente di beneficenza, ci spiace non possiamo farci nulla, nel proprio privato ognuno è libero’; queste parole – ha ammonito – non servono quando si tratta di bambini”. “Pensate – ha esortato – che cosa sarebbe una società che decidesse una volta per tutte di stabilire questo principio: è vero che non siamo perfetti e che facciamo molti errori, ma quando si tratta di bambini che vengono al mondo nessun sacrificio degli adulti sarà giudicato troppo grande perché’ un bambino non pensi di essere uno sbaglio, di non valere niente”.
Giuseppe Pallotta