PAPA A SANT’EGIDIO: DATE ALLA LUCE LA SPERANZA
“Rinnovate gli sforzi, perché qui si possa continuare a ‘dare alla luce’ la speranza”. Così Papa Francesco visitando il centro sanitario di Zimpeto che ospita il progetto Dream di Sant’Egidio per la cura delle persone affette da Aids/Hiv.
“È meraviglioso – ha sottolineato il Pontefice – vedere come questo ascolto dei più deboli dei poveri, i malati, ci mette in contatto con un’altra parte fragile del mondo: penso ai sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che ’geme e soffre le doglie del parto”.
“Come insegnano le sculture di arte makonde – le cosidette ujamaa (‘famiglia allargata’, in suahili, o ’albero della vità) con varie figure aggrappate l’una all’altra in cui prevalgono l’unità e la solidarietà sull’individuo -, dobbiamo renderci conto che – ha spiegato – siamo, tutti, parte di uno stesso tronco. Voi siete stati in grado di capirlo e quest’ascolto vi ha portato a cercare i mezzi sostenibili nella ricerca di energia, nonché nella raccolta e riserva di acqua; le vostre opzioni a basso impatto ambientale sono un modello virtuoso, un esempio da seguire vista l’urgenza imposta dal deterioramento del pianeta”.
Le donne e i circa centomila bambini curati nel centro “possono scrivere una nuova pagina di storia liberi dall’HIV/AIDS e molte altre persone anonime che oggi sorridono perché sono state curate con dignità nella loro dignità, sono parte del pagamento che il Signore vi ha lasciato: presenze-dono, che, uscendo dall’incubo della malattia, senza nascondere la loro condizione, trasmettono speranza a molte persone; con quell’”io sogno” contagiano tanti che hanno bisogno di essere raccolti dal bordo della strada”.
“Continuate ad accogliere quelli che vengono – ha concluso Francesco -, andate a cercare i feriti e gli sconfitti nelle periferie… Non dimentichiamo che i loro nomi, scritti nel cielo, hanno accanto un’iscrizione: questi sono i benedetti del Padre mio”.