OPERAZIONE SPORTELLO ANTI USURA, 6 ARRESTI
Prestiti a tassi usurai a piccoli imprenditori e persone in difficoltà economiche direttamente all’interno di un Caf, nel quartiere Trastevere. Per questo motivo è in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione antiusura da parte della squadra Mobile – sezione “Reati contro il patrimonio” – che, nell’ambito di una complessa attività investigativa coordinata dal Pool antiusura della Procura della Repubblica di Roma, sta eseguendo sei misure cautelari emesse dal Giudice per le indagini preliminari, una in carcere e 5 ai domiciliari. Agli indagati, di età compresa tra i 45 e gli 82 anni, che operano prevalentemente nel quartiere capitolino “Portuense” e sono stabilmente inseriti nel tessuto criminale romano, sono contestati i reati di usura ed estorsione aggravate, lesioni aggravate e esercizio abusivo di attività finanziaria.
Le indagini, che hanno portato all’operazione “Sportello (anti) usura”, sono scaturite da alcune denunce raccolte da vittime nei quartieri Portuense-Marconi-Trastevere, in cui i principali indagati – individuati nelle persone più anziane ed “esperte nel settore” – avevano istituito la loro base operativa presso lo sportello Caf di via Ettore Rolli, dove venivano fissati appuntamenti con i clienti, concessi materialmente i prestiti di denaro ed effettuate le riscossioni. Proprio lo sportello del Centro di assistenza fiscale era sfruttato come base operativa dal 78enne M.A., usuraio e noto alle forze dell’ordine per reati simili, poiché in grado di raccogliere un considerevole bacino di potenziali vittime. Alla “gestione amministrativa” dello sportello partecipava anche il “socio” C.R. (82enne), noto nell’ambiente ed in stretto contatto con altri usurai della zona, mentre per il recupero crediti presso le vittime, M.A. si avvaleva della collaborazione di B.B., abruzzese 57enne con svariati precedenti di polizia, e V.P., sfruttando soprattutto la sua aggressività: il suo operato si è caratterizzato per la sua spiccata indole violenta esternando una pericolosità fuori dal comune.
La figura di maggior spicco del gruppo è il 40enne romano V.P. che, sebbene incensurato e di professione conducente di scuolabus, è risultato dedito a fatti di usura da oltre quindici anni: insospettabile personaggio contraddistinto dal più marcato temperamento criminale tra gli indagati, è l’unico destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere, anche alla luce delle sue condotte aggressive in grado di terrorizzare le vittime di usura. Avrebbe, infatti, in più occasioni, minacciato le vittime con pistole e usato violenza, portandole in luoghi isolati e pretendendo la promessa dei pagamenti o la mancata denuncia. Tra le persone ristrette ai domiciliari, B.S.G. 47enne incensurato impiegato nel settore della compravendita di auto, e D.R. 45enne, romana con precedenti per reati contro il patrimonio e titolare di uno sportello Caf a Fiumicino, mentre a carico dei romani S.F. 49enne e C.M.C. 59enne, quest’ultima titolare di un’agenzia di servizi nella Capitale, denunciati, è stata eseguita una perquisizione domiciliare.
All’esito delle indagini, realizzate attraverso intercettazioni, analisi dei video e approfondimenti bancari, sviluppatesi tra la fine del 2019 ed i primi mesi del 2020, è stato possibile ricostruire le mansioni svolte da ciascun indagato, secondo un preciso progetto illecito consistente nella sistematica concessione di prestiti di denaro ad interessi usurai a soggetti in difficoltà economiche, con l’aggiunta di eventuali maggiorazioni che venivano comminate in caso di ritardo nei pagamenti. Lo schema seguito per la concessione dei prestiti è venuto alla luce mediante gli approfondimenti investigativi, attraverso cui si è accertato che gli interessi praticati da corrispondere a cadenza mensile oscillavano tra il 20 ed il 40 per cento. La modalità di estinzione invece si basava sul modello “a fermo”: la vittima era costretta a pagare interessi fissi mensili che, sebbene altissimi, non andavano ad intaccare la quota capitale. Per estinguere il debito, quindi, era necessario pagare per intero la somma inizialmente ottenuta in prestito, pur avendo già versato in interessi somme pari complessivamente al doppio, al triplo se non addirittura a cinque volte l’ammontare ricevuto.
Il gruppo terrorizzava le vittime di usura, oltre che con la violenza fisica, anche convincendoli del fatto che gli estortori appartenessero a organizzazioni criminali “napoletane” e riconducibili alla famiglia dei “Casamonica”. Il sistema operativo delittuoso ben collaudato, attivo da tempo e ben articolato sul territorio della Capitale, nei quartieri Portuense e Marconi, non ha subìto arresti neanche durante l’emergenza dettata dalla pandemia da Covid-19 e il vigore delle restrizioni imposte in base alle quali gli indagati hanno riorganizzato la propria attività. Le principali vittime, in gran parte gestori di attività commerciali dedite alla ristorazione, alle riparazioni meccaniche in ambito automobilistico, ed alla fornitura di servizi di varia natura, per ovviare alle difficoltà economiche hanno fatto ricorso a prestiti di natura usuraia finendo per diventare vittime dei loro creditori. Questa mattina V.P. è stato associato alla casa Circondariale di Regina Coeli, mentre gli altri cinque sono stati posti agli arresti domiciliari e due persone sono state denunciate; all’esito delle perquisizioni domiciliari effettuate dal personale di Polizia impiegato, è stato possibile inoltre recuperare importante materiale probatorio, al vaglio dell’Autorità giudiziaria.