ONDATA DI “DASPO URBANI” CONTRO I MOLESTATORI DELLA STAZIONE TERMINI
Il Questore di Roma ha, tempestivamente emesso sei D.A.C.U.R. – Divieto di Accesso alle aree Urbane, nei confronti di soggetti pericolosi, gravitanti intorno all’area della stazione Roma Termini.
Questi provvedimenti rientrano nella più ampia strategia analizzata in sede di Comitato di ordine e sicurezza pubblica in Prefettura e posta in essere dalle Forze di Polizia per le aree più sensibili della città, al fine di incrementare la percezione di sicurezza dei cittadini, in questo caso specifico, dei viaggiatori.
I 3 uomini e le 3 donne, di età compresa tra i 25 e i 52 anni, destinatari del provvedimento, sono stati segnalati al Questore dalla Stazione Carabinieri di Roma Centro, quali frequentatori abituali della Stazione Termini di Roma, con l’unico obiettivo di molestare e infastidire i viaggiatori dello scalo e porre in essere azioni illecite dalle quali ricavare ingiusti profitti.
La misura è finalizzata a scoraggiare condotte che determinano un forte allarme sociale nella collettività, in quanto spesso sono esercitate con modalità tali da limitare la libertà dei cittadini, costretti ad aderire alle illegittime richieste, nel timore di ritorsioni ovvero a scegliere aree diverse di transito per evitare le moleste richieste di tali persone.
Pertanto, all’esito degli accertamenti degli agenti della Divisione Anticrimine della Questura, diretta da Angela Altamura, che hanno evidenziato la reiterazione delle condotte così come segnalato dall’ Arma dei Carabinieri, la pericolosità dei 3 uomini e delle 3 donne, tutti con precedenti di polizia per reati di molestia e disturbo alle persone, di furti e risse, reati commessi all’interno dello scalo ferroviario, il Questore di Roma, al fine di garantire la sicurezza pubblica, ha emesso sei divieti di accesso all’area urbana della Stazione Termini, compresa piazza dei Cinquecento, via Marsala, via Giovanni Giolitti ed il sottopassaggio Pettinelli della durata di 12 mesi.
L’inosservanza del provvedimento prevede la reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa da 8 a 20 mila euro.