NON UNA DI MENO: A ROMA PRESIDI, MANIFESTAZIONI E CORTEI PER LA GIORNATA DELLA DONNA
Roma si è colorata di rosa, o meglio, di fucsia, il colore scelto dalle attiviste del movimento “Non una di meno” per la mobilitazione di oggi, nella giornata internazionale dedicata alle donne. In occasione della Giornata internazionale della donna, il movimento è sceso in piazza in tutta Italia per lanciare “lo sciopero generale femminista”: “Un grido globale per far sentire il peso di una giornata senza di noi. Sarà sciopero in tutto il mondo: bloccheremo le città, i luoghi di lavoro, le case”.
A Roma, le attiviste si sono presentate davanti al ministero della Famiglia, a largo Pietro di Brazza, vestite da ancelle per chiedere le dimissioni del ministro Fontana e per protestare contro il ddl Pillon. “Scioperiamo perché rifiutiamo il disegno di legge Pillon su separazione e affido, che attacca le donne, strumentalizzando i figli”, spiegano le attiviste. “Rifiutiamo la finta flessibilità del congedo di maternità che continua a scaricare la cura dei figli solo sulle madri. Abbiamo invaso le piazze di ogni continente per reclamare la libertà di decidere delle nostre vite e sui nostri corpi, la libertà di muoverci, di autogestire le nostre relazioni al di fuori della famiglia tradizionale, per liberarci dal ricatto della precarietà”.
La protesta ha toccato altri punti della città: dal ministero della Salute al Mise a dicastero del Lavoro, passano per l’università La Sapienza e un corteo che questo pomeriggio sfilerà per le vie della Capitale. Al ministero del Lavoro, le attiviste hanno rivendicato “un reddito di autodeterminazione per uscire dal ricatto e dalla violenza, un salario minimo europeo e un welfare universale, congedi retribuiti e obbligatori per maternità veramente condivisa.”. Di fucsia si è tinta invece la città universitaria della Sapienza dove si è svolta una ‘passeggiata femminista’. Anche nel municipio III “le ancelle” del movimento sfilano per lanciare un messaggio “contro il ddl Pillon, il più spietato attacco ai diritti di donne, figlie e figli che non aiuta le famiglia”.
Maddalena Tomassini