NON PREGHIAMO COME PAPPAGALLI E SENZA INTERESSE
“Non bisogna pregare come pappagalli e senza interesse. La preghiera cristiana deve essere coraggiosa, occorre mettersi in gioco perche’ la preghiera deve nascere dalla fede, deve sfidare, anche se non si ottiene subito cio’ che si vuole”. E’ la riflessione di Papa Francesco nell’omelia di Santa Marta, ispirandosi alle guarigioni narrate dal Vangelo che continua sostenendo che “Sempre, quando ci avviciniamo al Signore per chiedere qualcosa, si deve partire dalla fede e farlo nella fede: ‘Io ho fede che tu puoi guarirmi, io credo che tu puoi fare questo’ e avere il coraggio di sfidarlo”.
“Il Vangelo ci porta quindi ad interrogarci sul nostro modo di pregare. Non lo facciamo come pappagalli e senza interesse in quello che chiediamo, semmai – suggerisce il Papa – supplichiamo il Signore di aiutare la nostra poca fede anche davanti alle difficolta’. Sono tanti infatti gli episodi del Vangelo in cui avvicinarsi al Signore e’ difficile per chi e’ nel bisogno e questo serve da esempio” e per spiegare meglio questo concetto Francesco cita il paralitico, nel Vangelo di Marco che, per esempio, “viene addirittura calato dal tetto perche’ la sua barella raggiunga il Signore che sta predicando tra l’immensa folla”.
“La volonta’ fa trovare una soluzione – conclude il Papa – fa andare oltre le difficoltà. Bisogna avere coraggio e fede nella preghiera.Coraggio per sfidare il Signore, coraggio per mettersi in gioco, anche se non si ottiene subito cio’ che si chiede, perche’ nella preghiera si gioca forte e se la preghiera non e’ coraggiosa non e’ cristiana”.