Fatti di Roma

NEL LAZIO LA DIFFERENZIATA FERMA AL 43%, A FROSINONE LA MAGLIA NERA PER L’INQUINAMENTO

Protesta rifiuti al Corso Vittorio Emanuele di Napoli, una delle arterie principali della citta'. Un gruppo di donne, una decina, ha disseminato i rifiuti non raccolti negli ultimi giorni lungo la strada all'altezza del viale del Pino, a circa duecento metri da piazza Mazzini. La conseguenza e' che il traffico e' bloccato. Nei giorni scorsi iniziative analoghe si sono verificate in altre zone della citta' con l'effetto che poi sono state ripulite. ANSA/CIRO FUSCO
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“Nonostante la significativa riduzione dei rifiuti solidi urbani (-9,9 per cento nel Lazio e -7,5 per cento in Italia tra il 2007 e il 2016), il Lazio continua a produrre oltre 3 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, pari a 513 Kg pro-capite (a fronte di 497 Kg in Italia). A livello provinciale tuttavia soltanto Roma (543 Kg, che sale a 588 Kg nel solo comune di Roma) e Latina (503 kg di rifiuti pro-capite) superano la media nazionale, mentre le altre province registrano valori molto inferiori, pari a 421 Kg a Rieti, 416 Kg a Viterbo e 356 Kg a Frosinone”. È quanto emerge dal Rapporto sullo stato delle Province del Lazio, realizzato da Eures ricerche economiche e sociali in collaborazione con Upi Lazio, e presentato questa mattina presso la sede Anci Nazionale. “Pur in presenza di un forte aumento della raccolta differenziata (+78,7 per cento rispetto al 2013 e +13 per cento rispetto al 2015), nel Lazio soltanto il 42,9 per cento dei rifiuti viene differenziato (1,28 milioni di tonnellate in valori assoluti, pari a 217 kg per abitante), a fronte del 52,5 per cento in Italia (261 kg pro capite). È Rieti a presentare le maggiori criticità, con una percentuale pari ad appena il 33,5 per cento (22,2 mila tonnellate, pari a 141 kg per abitante); seguita da Frosinone (41,8 per cento; 74,9 mila tonnellate, pari a 152 kg in valori pro capite), dall’area metropolitana di Roma (42,3 per cento; 1 milione di tonnellate, 230 kg di rifiuti differenziati per abitante), dalla provincia di Latina (42,7 per cento; 120,9 mila tonnellate, 210 kg per abitante) e da quella di Viterbo (48,1 per cento; 63,9 mila tonnellate, 200 kg pro capite)”.

“Nel 2017 – stando al Rapporto – si contano nel Lazio 63,8 auto ogni 100 abitanti, un risultato in linea alla media nazionale (63,7) e che sale a 75,2 se si considerano anche i motocicli (74,8 in Italia). Tra le province, è l’area metropolitana di Roma a registrare l’incidenza più bassa, con 62 autoveicoli ogni 100 abitanti, che scendono a 61,4 considerando solo comune di Roma. Sul fronte opposto Frosinone, con 72,2 autovetture ogni 100 abitanti, detiene il record negativo, seguita da Viterbo (71,8), Rieti (70,3) e Latina (63,9 auto ogni 100 abitanti). È inoltre sempre Frosinone a detenere il parco veicolare più vecchio e inquinante, con il 48,8 per cento delle auto omologate Euro 0, 1, 2 o 3 (a fronte di una media regionale del 38,5 per cento), seguita da Viterbo (43 per cento), Rieti (46,3 per cento), Latina (42,5 per cento) e Roma (36 per cento). Coerentemente l’incidenza più bassa delle auto “Euro 6” (12,4 per cento nel Lazio) si registra nella provincia di Frosinone (8 per cento), seguita da Rieti (8,6 per cento), Latina (9,4 per cento) e Viterbo (9,8 per cento), mentre nell’area metropolitana di Roma (13,8 per cento) la loro diffusione risulta superiore a quella mediamente rilevata in Italia (13,5 per cento). Frosinone ottiene il record negativo anche in termini di superamenti dei valori limite di Pm10 (fissati dalla normativa europea come non più di 35 superamenti della soglia di 50 µg/m³ in un anno) rilevati delle centraline presenti nel Lazio; nel 2017 il numero maggiore di sforamenti si registra infatti nella Valle del Sacco, e in particolare nelle centraline di Frosinone Scalo (93 superamenti), Ceccano (89) e Colleferro (40); nell’agglomerato di Roma, pur registrandosi valori medi spesso vicini alla soglia limite, in tutte le centraline il numero dei superamenti è inferiore a 35. La situazione migliore si registra invece nella zona appenninica e nell’area litoranea, dove circa la metà delle centraline non ha registrato alcun superamento del valore soglia”.

(Foto: ANSA/CIRO FUSCO).

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