NEL LAZIO -71% DI PRESENZE DI TURISTI, ORMAI E’ CRISI PROFONDA
Il comparto turistico è stato duramente colpito dalla crisi di Covid-19. Secondo i dati dell’Ente bilaterale turismo Lazio (Ebtl), nei primi nove mesi dell’anno le presenze nelle strutture alberghiere della Città metropolitana di Roma Capitale (circa il 90 per cento di quelle del Lazio) sono diminuite del 77,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019; quelle dei turisti stranieri, che nel 2019 rappresentavano oltre i due terzi delle presenze complessive, di oltre l’80 per cento. Nei mesi di gennaio e febbraio l’afflusso turistico è rimasto su livelli analoghi a quelli del 2019, per poi calare bruscamente nel mese di marzo e pressoché azzerarsi in aprile e maggio; tra giugno e settembre le presenze hanno mostrato deboli segnali di ripresa.
La crisi del settore, afferma Bankitalia, risulta ancora molto profonda; a settembre 2020 le presenze di turisti stranieri erano appena l’8 per cento di quelle registrate nel settembre del 2019. Nel complesso del Paese la spesa dei turisti stranieri – stimata dall’Indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia solo a livello nazionale a causa dell’emergenza sanitaria – è calata nei primi sei mesi dell’anno di oltre i due terzi; per il Lazio tale calo corrisponderebbe a una riduzione di quasi 2,5 miliardi di euro.
Secondo le informazioni raccolte dall’Ebtl, a Roma il tasso di occupazione delle strutture alberghiere nei primi nove mesi del 2020 è diminuito al 23 per cento dal 74 rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente. Tale diminuzione è di entità superiore a quella registrata tanto nelle altre principali città turistiche italiane (Firenze, Venezia, Milano), quanto nelle maggiori capitali europee (Berlino, Londra, Madrid e Parigi). Nello stesso periodo i prezzi medi giornalieri per una camera di albergo a Roma sono diminuiti mediamente del 22 per cento, un calo leggermente meno pronunciato rispetto a quanto registrato nelle altre principali città turistiche italiane. Secondo le informazioni raccolte da Federalberghi, nei mesi di agosto e settembre a Roma oltre i tre quarti delle strutture alberghiere erano ancora chiusi a causa della caduta dei flussi turistici.