MONS. MARCIANÒ: GRAZIE A TUTTI I NOSTRI MILITARI
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“Come nei momenti più critici della storia del nostro Paese, i militari sono in prima linea, nonostante i rischi concreti, la fatica talora sproporzionata, le difficoltà non sempre prevedibili”. Lo afferma, in un messaggio sull’emergenza coronavirus, l’ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò.
“Lo sono tutti i militari medici, infermieri e operatori sanitari, continuando con costanza e dedizione un lavoro indispensabile e instancabile e offrendo il loro apporto a zone più martoriate – sottolinea -. Lo sono i tanti militari che, come sempre, rappresentano un punto di riferimento per la popolazione, rispondendo a chiamate, richieste, paure della gente; coloro che sono posti a custodia delle zone di sicurezza; quelli che aiutano il viaggio di malati o persone con problematiche”.
“Lo sono anche i nostri militari che lavorano all’estero e si trovano a doversi confrontare anche con questa emergenza accanto alle tante altre che il loro compito richiede – prosegue l’arcivescovo -. Lo sono i militari che hanno impegni istituzionali e che, accanto alle Forze dell’Ordine e ai Responsabili della cosa pubblica, assieme ai tanti volontari, quali i membri della Croce Rossa, devono organizzare e gestire l’emergenza, prendendo quotidianamente decisioni impegnative, delicate e difficili”.
“A tutti, accanto al grazie della gente, esprimo il grazie profondo della nostra Chiesa dell’Ordinariato Militare, vicina a voi anche attraverso il ministero e l’umanità dei cappellani militari, che pure ringrazio dal profondo del cuore per la dedizione e l’amore con cui vi accompagnano a nome di Cristo e della Chiesa”, aggiunge.
“La storia di questo virus, con le restrizioni imposte, ci sta ricordando il valore della vita, di ogni suo attimo e del suo orizzonte di eternità, ben superiore a guadagni personali e bilanci pubblici, e ci sta insegnando che possiamo fare a meno di tante cose superflue, persino di tante cose utili… Ma non possiamo fare a meno gli uni degli altri!”, conclude Marcianò.