“I tre pre-requisiti che devono avere i politici sono onestà, perché è loro richiesto di non imbrogliare; il realismo, perché non si deve illudere cinicamente chi è nel bisogno; l’umiltà, perché si deve riconoscere negli altri la dignità e il diritto di vivere almeno pari ai nostri.
Ecco, sono atteggiamenti e virtù che o stanno insieme oppure non esistono. Il bisogno di onestà cammina sulle gambe delle persone,
quindi è necessario capire chi si candida in questo momento, se sono persone credibili, scegliere dunque persone serie e oneste
riconosciute come tali”. A dirlo, ai microfoni di “6 su radio 1” e il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino.
“E’ un approccio miope, preoccupante ed estremamente pericoloso per il presente e il futuro l’assenza, in campagna elettorale, di
temi e questioni che riguardano i giovani”, afferma il segretario della Cei. “Anzitutto, perché per il presente ci perdiamo la
freschezza e la problematicità delle giovani generazioni, con la loro fantasia, la loro voglia di vivere, e la loro capacità di mettere in discussione schemi prefissati. Questo il guaio del presente. Per quanto attiene al futuro, invece, priviamo chi dovrà guidare lo sviluppo delle nostre città di una partecipazione che matura e rende responsabili. Quindi in questo modo si fa un doppio danno”.
Sugli immigrati invece, ha proseguito monsignor Galantino, “si può speculare e purtroppo si specula in tanti modi, si dicono tante falsità, si usa un linguaggio al limite del sopportabile, quando si continua a parlare di ’invasione’. E tutto questo per accaparrarsi quattro voti. Si fa molta fatica a guardare negli occhi le persone, le storie, che non meritano di essere trattate con cinismo e calcolo. E cinismo e calcolo non meritano rispetto, non possono essere le chiavi di lettura con cui guardare il fenomeno della mobilità umana che è complesso, doloroso, che richiede intelligenza. Io ho sempre detto, checché ne scrivano alcuni, che la legalità e il primo passo per una politica seria e intelligente sulla mobilità umana. Ricordo che nell’Antico Testamento si dice ’non maltratterai e opprimerai lo straniero perché anche tu lo sei stato in Egitto’. Nel Vangelo di Matteo c’è scritto ’ero forestiero e mi avete accolto’. Dunque quando Papa Francesco, come hanno fatto altri Pontefici in passato, richiama la Chiesa, richiama tutti noi a guardare negli occhi queste storie drammatiche di bambini, di madri, di figli, non fa altro che predicare il Vangelo. E’ chiaro che è molto più faticoso, problematico, richiede impegno da parte di tutti, ma non possiamo voltarci dall’altra parte” (Foto da www.nuovaresistenza.it, notizia da askanews).