Angolo della Salute

SALUTE; INCONTRO PER LA DIFFUSIONE DI FARMACI CONTRO L’EPATITE C.


Oggi  si è svolto un incontro dedicato all’ epatite C e all’accessibilità futura dei medicinali che offrono una cura per questa malattia. Medici e pazienti uniti sono stati promotori della richiesta, basata su un “patto sociale” che potrebbe rendere più economiche e quindi di facile fruizione, anche in Italia, delle nuove super medicine che hanno un tasso di successo terapeutico pari al 95%. Il grande scoglio affrontato fino ad ora per la diffusione di queste è il costo, per molti proibitivo e particolarmente elevato visto che si aggira intorno ai 15-20 mila e quindi l’indicazione avuta dall’Agenzia italiana del farmaco è quella di dare la precedenza ai pazienti più gravi ed urgenti; da qui, con ogni probabilità nascerà una serie di lunghe trattative tra l’Aifa e le cause farmaceutiche proprio legata al prezzo delle medicine.

Finora sono 32.512 le persone trattate con questo metodo ed entro la fine dell’anno si stima che raggiungeranno quota 50 mila.

“Tutto questo potrebbe tradursi nel fatto che i farmaci verranno rimborsati a un prezzo inferiore e se ne potranno acquistare di più – spiega all’AdnKronos Salute Massimo Colombo, direttore del Dipartimento di medicina specialistica e dei trapianti d’organo dell’ospedale maggiore, Università degli Studi di Milano – Se si presume che questo accada, noi l’anno prossimo saremo finalmente in

grado di trattare pazienti con malattie di livello intermedio e probabilmente anche casi specifici, magari segnalati dal ministero”. Il cambio di rotta è proprio questo, “passare dal se saranno mai

trattati al quando lo saranno”, ricorda Stefano Fagiuoli, direttore dell’Unità complessa di gastroenterologia, epatologia e trapiantologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “I pazienti non possono essere abbandonati, ma occorre costruire un percorso di sicurezza che li segua. Questa è una sfida importante”.

L’intenzione alla base di questo incontro è quella di voler arrivare a trattare questi casi prima di diventare urgenti e gravi, bensì di impostare un ciclo di cure di medio periodo, con lo status del paziente ancora non preoccupante, così da prevenire qualsiasi tipo di rischio ulteriore per la vita del soggetto. Di conseguenza vi deve essere un clima di collaborazione e un confluire di intenti che stringa i rapporti tra il paziente, il medico e le istituzioni che “si devono fidare di più del medico – afferma Massimo Andreoni, direttore dell’Unità operativa complessa di malattie infettive e day hospital del Dipartimento di medicina al Policlinico Tor Vergata di Roma – Il clinico deve essere messo nelle condizioni per valutare il singolo caso. E questo proprio perché sono stati scelti centri d’eccellenza che possono prescrivere i farmaci”.

Importante sarà riuscire a costituire un registro nazionale delle persone malate di epatite C che porti ad una stima reale della quantità di malati presenti oggi in Italia a cui va’ prestato soccorso. L’associazione Epac Onlus ha condotto una ricerca per stimare il numero di persone che hanno contratto la malattia “basata sulle esenzioni per patologia da epatite C, ottenendo i dati direttamente dalle singole Regioni e Asl e indagando successivamente altri aspetti come pazienti malati con esenzioni diverse, pazienti guariti ma con esenzione, pazienti non eleggibili, deceduti, avviati al trattamento e altri elementi che concorrono a formare una stima complessiva realistica”, spiega Ivan Gardini, presidente dell’associazione.

“Secondo la nostra stima sono circa 160-180 mila i pazienti diagnosticati con Hcv ed eleggibili a un trattamento antivirale con i farmaci innovativi – continua Gardini – Numeri diversi da quelli sempre divulgati, (700.000- 1.000.000 pazienti) che includono anche le stime del ’sommerso’, ovvero pazienti che devono ancora scoprire l’infezione. Questi numeri sono basati su studi epidemiologici di 20 anni fa, ormai obsoleti, e poiché un budget impact nazionale si dovrebbe basare sui pazienti noti e non su quelli supposti, pensiamo di avere offerto un contributo importante per meglio definire la coorte dei pazienti da curare subito”.

Sempre Gardini, dopo questa analisi dei numeri e della quantità di individui che hanno contratto questa malattia, si esprime anche sulla questione economica alla base dell’incontro auspicandosi che la negoziazione abbia gli effetti sperati e che “in virtù dei nostri conteggi e del fatto che i prezzi scenderanno ancora, riteniamo che un paio di miliardi spalmati su un piano di 3 anni possano essere sufficienti per prosciugare il bacino di malati noti”, afferma il presidente Epac, che proprio in questi giorni ha avanzato la sua richiesta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “E’ chiaro che la nostra richiesta non può essere inviata solo al ministro, ma all’entourage del presidente del consiglio, perché sono loro che a settembre decidono le ’fette della torta’ con la manovra finanziaria”.

Pietro Proietti

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