MIGLIORA OCCUPAZIONE GIOVANILE, MA RESISTE ‘GENDER GAP’
Per la prima volta dall’inizio della crisi, nel 2016 l’aumento del numero di occupati riguarda anche i giovani di 15-34 anni (+0,9 per cento) e si concentra nella componente under 25. Lo rileva l’Istat nell’Annuario statistico, da cui emerge che la crescita si riflette nell’aumento del tasso di occupazione (+0,7 punti) che si attesta a 39,9 per cento (16,6 per cento tra i 15-24 e 60,3 per cento per i 25-34). Per le classi di eta’ piu’ adulte prosegue la decisa crescita sia del numero di occupati che del tasso, in particolare per i 55-64 anni.
L’incremento dell’occupazione in questa fascia d’eta’ e’ dovuto a un insieme di fattori, tra cui l’innalzamento dei requisiti per accedere alla pensione, l’aumento di popolazione in eta’ adulta e il maggiore investimento in istruzione della popolazione di questa classe di eta’ rispetto alle generazioni precedenti.
In generale, l’aumento del tasso di occupazione riguarda in egual misura uomini e donne lasciando inalterato il divario di genere tradizionalmente molto elevato. Infatti, benche’ la quota di donne occupate tra i 15 e i 64 anni abbia piu’ che recuperato il livello del 2008, il suo valore resta inferiore di circa 18 punti rispetto a quella degli uomini (rispettivamente 48,1 e 66,5 per cento).
Pietro Proietti