MIGLIORA A MARZO L’INDICE CONFCOMMERCIO SUL DISAGIO SOCIALE
Il “Misery Index”, l’indicatore di disagio sociale di Confcommercio Mic di marzo si è attestato su un valore stimato di 17,2, in diminuzione di quattro decimi di punto rispetto a febbraio. Il miglioramento dell’indicatore – spiega Confcommercio – è stato determinato in misura esclusiva dalla componente relativa alla disoccupazione, in considerazione della stabilità del tasso di variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto.
Nella media del primo trimestre dell’anno il Mic si è attestato a 17,3, il valore più basso dal secondo trimestre del 2011. Questi dati, seppure rappresentano un segnale positivo, vanno valutati con estrema cautela. Il quadro congiunturale appare, infatti, ancora molto fragile e connotato da una sostanziale stagnazione. Questa situazione si è tradotta, negli ultimi mesi, in un andamento altalenante del mercato del lavoro.
A marzo il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 10,2%, in diminuzione di tre decimi di punto rispetto al mese precedente e di sette decimi nel confronto con lo stesso mese del 2018. Il dato è sintesi di un aumento congiunturale degli occupati (60mila) e di una diminuzione delle persone in cerca d’occupazione (-96mila). Nel confronto con marzo 2018 si conferma la tendenza positiva, con una variazione di 114mila unità nel numero di persone occupate ed un calo di 208mila disoccupati A completare il quadro si evidenzia come a marzo 2019 le ore autorizzate di Cig siano rimaste invariate nel confronto annuo. Nel primo trimestre dell’anno si rileva per la richiesta di ore di Cig un andamento meno favorevole rispetto ai periodi precedenti, con un incremento del 6,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. Questa tendenza, associata a un aumento del tasso di utilizzo della cassa, ha determinato, nel complesso del trimestre, un contenuto incremento delle ore di Cig effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a Ula sia su base congiunturale, sia tendenziale. Lievemente più favorevole appare la situazione dal lato degli scoraggiati. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato ad una diminuzione di quattro decimi di punto, su base mensile, del tasso di disoccupazione esteso e di sette decimi su base tendenziale. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dell’1,5% su base annua, valore analogo a quello registrato a febbraio.