MEDICINA: AL BAMBINO GESU’, STRANIERO UN PAZIENTE SU 10
Un piccolo paziente su dieci in cura al Bambino Gesù è di origine straniera. Ogni anno si registrano circa 10.000 dimissioni di minori stranieri, pari all’11% delle dimissioni totali. Di queste, circa 1000 riguardano pazienti non italiani affetti da malattie rare. Mentre oltre la metà delle mediazioni culturali offerta dall’Ospedale Pediatrico è in lingua araba.
Sono alcuni dei numeri illustrati nel corso del convegno “L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù incontra la comunità musulmana” dedicato al tema dell’accoglienza del bambino straniero e in particolare al modello assistenziale offerto dal Bambino Gesù per le patologie complesse, con le testimonianze di famiglie e pediatri musulmani. Molti pazienti stranieri, infatti, provengono da Paesi arabi, sommandosi alla crescente comunità musulmana ben radicata a Roma e in Italia. Una situazione che richiede attenzioni nuove sia sul piano clinico-assistenziale che sul piano culturale.
La popolazione pediatrica di cittadinanza straniera costituisce un quota particolarmente significativa al Bambino Gesù, pari all’11% del totale dei pazienti dimessi. Una percentuale che sale al 13% se si prende in considerazione l’attività in regime ordinario, ossia i ricoveri che durano più di un giorno. Tra il 2010 e il 2012 i bambini stranieri dimessi dall’Ospedale Bambino Gesù sono stati oltre 30.000, a fronte delle 379.226 dimissioni totali.
Nell’86% dei casi si tratta di bambini iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. Il 42% dei pazienti stranieri proviene dai Paesi dell’Unione Europea, il 15% dall’Europa centro orientale, il 9% l’Africa settentrionale e dall’America centro meridionale, l’8% l’Asia centro meridionale.
L’assistenza a tale tipologia di pazienti risulta più complessa rispetto alla media ospedaliera e si caratterizza per una durata della degenza media superiore. L’Ospedale offre, tra i vari servizi, una rete di strutture alloggiative a titolo gratuito, che permette di fronteggiare le richieste delle famiglie bisognose.
I nuclei familiari vengono assistiti sia prima dell’accesso in Ospedale che durante la degenza. Il servizio di mediazione culturale accoglie le famiglie straniere indicando di volta in volta la via migliore da seguire per destreggiarsi durante la permanenza in Italia.
Per le famiglie di religione musulmana, in particolare, c’è la possibilità di avere vitto personalizzato nei contenuti e nei tempi nonché di accedere al ministro di culto prescelto tramite il Cappellano del’Ospedale. Previsti anche percorsi particolari per la cura delle mamme. Negli ultimi 4 anni le richieste di mediazioni culturali in lingua araba sono state oltre 2300 su 4500, pari al 52% delle richieste totali.
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