MARIA CALLAS, ‘L’ARTISTA E LA DONNA: LA SUA EREDITÀ 100 ANNI DOPO’
In occasione del centenario della nascita di Maria Callas il 2 dicembre scorso, la sezione regionale Lazio-Umbria-Abruzzo della Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica (Sipp) presenterà domani, 8 marzo, alle 18.30 nella sede di Roma in Via Po 102, una serata dedicata al soprano che più di chiunque altro ha saputo mettere in scena la corrispondenza tra vita e palcoscenico creando un nuovo archetipo teatrale. Con la sua voce è stata capace di trasferire la sua sofferenza, le sue lotte, nelle eroine che interpretava lasciando che la sua personalità le arricchisse e traendo esperienza dal suo vissuto di donna.
Durante la serata, dal titolo ‘Maria Callas, ‘L’artista e la donna: la sua eredità 100 anni dopo’, a cura della presidente Matilde Elia, verranno proposti dei brani scelti del melodramma che più rappresentano questo dualismo tra Callas l’artista, capace di incantare ed emozionare, e Maria, la donna alle prese con le mancanze d’amore. Figlia indesiderata non vide negli occhi della madre la luce dell’amore. L’esperienza dell’esclusione nel legame significativo primario la costringe alla lotta per la conquista dello sguardo materno. Maria si accorge di avere un’arma capace di attirare a sé l’attenzione, l”’incantesimo” che la farà sentire finalmente amata:
il canto.
Il suo desiderio d’amore viene esaudito dal mondo dell’opera sia attraverso l’affermazione artistica che attraverso l’immedesimazione nelle eroine d’opera. Nella finzione scenica i colori vocali tetri e armonici si impregnano dei suoi sentimenti esuberanti, si trasfigurano in verità scenica e virtuosismo vocale. Il grido della bambina non amata, attraverso l’esercizio della tecnica vocale, diventa il canto di una creatura divina che ha conosciuto il dolore umano dell’esclusione.