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MALTEMPO, ADDIO ALL’ALBERONE

alberone

Le piazze come le vie diventano sempre il luogo di ritrovo per tutti. Rimangono, nel tempo, un simbolo a volte legato a fatti successi a volte a particolari figure. Non è difficile che alla fine, questi luoghi, prendano nome proprio da queste circostanze. Una piazza simbolo per Roma e i Romani, da sempre, è la piazza dell’alberone. Intitolata a questo magnifico albero che scandisce, da sempre, il tempo e la vita della città. Infatti, percorrendo l’appia nuova, verso i castelli, questa strada conosce tre famose piazze: quella di San Giovanni quella dei Re di Roma e quella appunto dell’Alberone, che sono come pietre miliari di quella via consolare romana che collega la capitale a Brindisi. Una striscia lunga, oggi d’asfalto un tempo di basole, che collega il Centro con l’Italia meridionale. Proprio in queste ore, quella piazza simbolo dell’albero ha perso il suo testimone. E’ caduto l’alberone a causa di questa fitta pioggia, insistente, che da ieri sera non ha più abbandonato la città.

Gli abitanti del quartiere hanno perso la loro metafora, quel punto di ristoro per la calura estiva, ma anche di riparo per la pioggia. Quell’ombrello sotto cui ripararsi dopo aver gustato il caffè al bar della piazza. Quel tetto sotto cui commentare, giornale alla mano, i fatti del giorno o le prodezze del pupone.  Quel piccolo ritrovo, seduti alle panchine in circolo sotto l’albero, per vedere il via vai della gente che esce con buste e sacchetti dallo storico mercato ortofrutticolo dell’alberone.  Certo è che quell’albero che affonda le sue radici dal 1986, da dopo cioè che ha sostituito la quercia secolare del Borghetto Latino divenuto poi quartiere Appio-Latino, ne ha fatto le spese. Alle tante polemiche di queste ore sull’ordinanza di ieri, giusta o sbagliata da parte del prefetto di Roma, di aver tenuto a casa mezza città per via dell’allerta meteo si sommano ulteriori malumori dei pazienti cittadini romani.

E’ vero che non è l’unico albero caduto nella città, è vero pure, e per fortuna, che non ci sono stati danni seri a persone o cose com’è successo in altri posti sempre in queste ore nella capitale. E’ vero anche che, in altri momenti come per esempio questa estate, c’è chi ha perso la vita per la caduta improvvisa di un ramo. Ma allora c’è da porsi una domanda, è sempre e soltanto colpa delle stagioni e del tempo meteorologico, oppure è anche causa dell’abbandono  in cui il verde pubblico della città – e non sono quello – versa? Le scelte politiche fatte negli anni sono diverse e anche di diverso colore politico. Sta di fatto che quel leccio secolare che ha scandito la gita fuori porta per tanti romani nel dopoguerra e sostituito circa trent’anni fa, perché morente, con un nuovo albero che potesse continuare il simbolo, la tradizione e la cultura non solo di un quartiere ma di un’intera città oggi non c’è più. E’ durato veramente poco rispetto al suo predecessore.

Oggi, rimangono soltanto ricordi, fotografie e qualche selfie nei cellulari di tanti romani e turisti che aspettano di rivedere, si spera al più presto,  troneggiare nuovamente il simbolo di un intero quartiere e di tanta storia trascorsa.

Alfonso Benevento

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