“L’URGENZA COME CRITERIO METODOLOGICO DEL CONTEMPORANEO”, UN CONVEGNO ALL’UNIVERSITÀ EUROPEA
“L’urgenza come criterio metodologico del contemporaneo” è stato il tema di un incontro interdisciplinare organizzato dall’Ufficio Formazione Integrale dell’Università Europea di Roma.
Nel suo saluto introduttivo il Rettore Padre Pedro Barrajón LC ha evidenziato l’urgenza di valorizzare la dignità e la centralità della persona umana nel mondo di oggi.
Mariantonietta Fabbricatore, medico e psicoterapeuta, Docente all’Università Europea di Roma, ha parlato delle nuove urgenze del mondo occidentale: la cura integrata dei disturbi del comportamento alimentare (DCA), che causano danni significativi alla salute, al funzionamento psicosociale e alla qualità della vita.
“I DCA – ha spiegato la Prof.ssa Fabbricatore – costituiscono un importante problema ed una urgenza per la sanità pubblica. Infatti, sia l’anoressia che la bulimia negli ultimi decenni hanno mostrato un esordio sempre più precoce associato spesso ad un rischio elevato di danni permanenti da malnutrizione. La gravità di tali disturbi è rappresentata anche dal tasso di mortalità piuttosto elevato, infatti i DCA rappresentano la seconda causa di morte nella popolazione femminile in adolescenza, dopo gli incidenti stradali (OMS)”.
Claudio Bonito, Vice Coordinatore del Master in Consulenza Filosofica presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e l’Università Europea di Roma, ha parlato dell’urgenza di non perdersi: una nuova antropologia per il mondo contemporaneo.
L’ampliarsi di nuove frontiere con le quali le scoperte scientifiche e l’accelerazione del progresso tecnologico riscrivono nuovi orizzonti e nuovi modelli esistenziali ci pongono di fronte a un profondo ripensamento del concetto di “uomo” così come ci è stato tramandato dalla tradizione umanistica occidentale.
Questa condizione di tensione esistenziale, affrontata come una vera propria “emergenza antropologica”, viene posta, oggi, sotto la denominazione generica di “Postumanesimo”.
“Qui – ha spiegato Claudio Bonito – l’essere umano sperimenta la possibilità di emanciparsi, migliorandosi e potenziandosi, tentando così di superare i limiti connaturati alla propria condizione di esseri finiti e fragili esposti alla sofferenza e alla morte.
Nella consapevolezza, allora, che il riferente critico del postumanesimo non è l’uomo in quanto tale, ma il “concetto” di uomo e individuo, che viene messo in discussione, si avverte la necessità e l’urgenza di contribuire alla strutturazione e determinazione di nuovi strumenti filosofici che permettano alle coscienze, al mondo della cultura e alla comunità scientifica, di promuovere le iniziative necessarie per evitare che la condizione post-umana degradi in in-umana.
Da qui il ruolo fondamentale della filosofia riguardo la domanda fondamentale se risulta essere eticamente praticabile fare tutto ciò che si rende possibile fare e, successivamente, affrontare l’urgenza della costituzione di strutture di controllo e di governance che in qualche modo sovraintendano alla gestione (etica) dei processi della produzione tecnologica”.
L’incontro è stato moderato dal Prof. Guido Traversa, Delegato del Rettore per la Formazione Integrale dell’Università Europea di Roma.