Angolo della Salute

L’OLIO DA FRITTURA USATO PIÙ VOLTE ALIMENTA IL TUMORE AL SENO

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Usare più e più volte lo stesso olio per friggere può innescare cambiamenti genetici che promuovono, in stadio avanzato, la progressione del tumore al seno.

Gli studiosi dell’Università dell’Illinois, infatti, hanno scoperto che può agire come una sorta di innesco tossicologico che promuove la proliferazione delle cellule tumorali, delle metastasi e dei cambiamenti nel metabolismo dei lipidi. La ricerca (pubblicata su Cancer Prevention Research) è stata condotta nei topi: una parte di loro è stata alimentata con olio di soia fresco e non riscaldato mentre l’altra con olio che aveva avuto abusi termici.

Nella seconda fase gli studiosi hanno simulato nelle cavie il carcinoma mammario in stato avanzato, iniettando cellule di cancro al seno. Venti giorni dopo è emerso come i tumori dei topi che avevano assunto l’olio con gli sbalzi termici avevano avuto una crescita metastatica quattro volte superiore ai topi che invece avevano consumato l’olio di soia fresco. Nell’esaminare i gruppi i ricercatori hanno scoperto che i tumori metastatici del polmone nelle cavie che hanno consumato olio per frittura usato più e più volte esprimevano significativamente più di una proteina chiave, il Ki-67, che è strettamente associato alla proliferazione cellulare.

Anche l’espressione genica nel fegato di questi animali è risultata alterata. Quando l’olio viene riutilizzato ripetutamente, i trigliceridi vengono distrutti, ossidando gli acidi grassi liberi e rilasciando l’acroleina, una sostanza chimica tossica che ha proprietà cancerogene. La ricerca scientifica sa da tempo che l’olio usato più volte contiene questa sostanza e alcuni studi l’hanno già collegata a una varietà di problemi di salute, tra cui l’aterosclerosi e le malattie cardiache.

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