LEGGERE AI PROPRI FIGLI NE CONTRASTA L’IPERATTIVITA’
Leggere ad alta voce ai propri figli o anche giocare con loro potrebbe prevenire disturbi comportamentali quali iperattività e deficit di attenzione, aggressività e altri comportamenti che possono avere un impatto negativo a lungo termine anche sull’apprendimento scolastico. Lo rivela una sperimentazione coordinata da Benard Dreyer della New York University e Bellevue Hospital Center, New York e pubblicato sulla rivista Pediatrics.
I pediatri hanno coinvolto un gruppo di bambini dalla nascita, seguendoli poi fino all’età scolare. Parte di loro sono stati inseriti per i primi tre anni di vita in un programma (chiamato Video Interaction Project) in cui settimanalmente i genitori venivano filmati mentre leggevano ad alta voce ai propri bimbi o giocavano con loro a ‘fare finta di’ (ad esempio giocare con le pentoline a far finta di cucinare) e poi rivedevano i filmati con esperti che davano loro delle spiegazioni sul ruolo rilevante che hanno i genitori nello sviluppo dei propri figli.
Ebbene, analizzati a un anno e mezzo dalla conclusione del progetto (che si chiude al compimento del terzo anno di vita del bambino), i piccoli che hanno partecipato al programma evidenziavano una probabilità molto più bassa di manifestare deficit di attenzione, iperattività, comportamenti aggressivi o scarso autocontrollo rispetto ai coetanei che non sono stati inclusi nel progetto. I risultati positivi delle letture ad alta voce e del gioco con i genitori, inoltre, risultano ancora maggiori se la famiglia continua a svolgere queste attività dopo il terzo anno di vita del bambino.
“Con il nostro studio – concludono gli autori – forniamo una salda evidenza a favore dell’utilità che il pediatra stimoli i genitori a leggere e giocare con i propri figli, e del potenziale di tali attività per lo sviluppo emotivo e sociale del bambino, come è mostrato dalla riduzione di comportamenti distorti del bambino”.