Fatti di Roma

LE COSTE LAZIALI SONO INQUINATE, 14 PUNTI OLTRE I LIMITI DI LEGGE

Dei 25 punti monitorati sulla costa laziale, 14 risultano avere parametri oltre i limiti di legge. Di questi, 9 sono stati giudicati “fortemente inquinati” e 5 “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con i quali l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare. È questa, in sintesi, la fotografia scattata lungo le coste del Lazio da un team di tecnici e volontari di Goletta Verde, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane nei pressi della barriera anti-rifiuti sull’Aniene, a Roma, sono stati Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente, Cristiana Avenali, responsabile contratti di fiume della Regione Lazio e Maurizio Gubbiotti, presidente di RomaNatura.

Il monitoraggio delle acque nel Lazio è stato eseguito dal 30 giugno al 2 luglio da volontari e volontarie dell’associazione. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. In provincia di Viterbo sono stati due i punti sotto i riflettori: entro i limiti il punto sulla foce del fiume Fiora a Montalto di Castro e inquinato il punto sulla foce del Marta a Tarquinia. Su undici prelievi in provincia di Roma sono risultati 6 “fortemente inquinati” e 1 “inquinato”. Si tratta della foce del fiume Arrone a Fiumicino (località Fregene), del ramo della foce del Tevere presso Torre Clementina a Fiumicino, del punto a mare di fronte la foce del canale all’altezza di via Filadelfia a Pomezia (località Torvajanica), delle foci del Rio Torto e del Fosso Grande, entrambe ad Ardea, del punto sul canale Loricina nei pressi di via Matteotti a Nettuno. “Inquinato” il punto alla foce del Rio Vaccina a Ladispoli. Entro i limiti 4 punti sulla spiaggia nei pressi di via Olimpo in località Santa Severa a Santa Marinella; il punto sul Fosso Zambra a Marina di Cerveteri; il Canale dei Pescatori a Ostia e il punto a mare di fronte la Foce fosso Cavallo Morto a Lido dei Gigli ad Anzio.

Dei dodici punti indagati in provincia di Latina sono risultati 3 “fortemente inquinati” e 3 “inquinati”. “Fortemente inquinati” i punti nella spiaggia nei pressi di Foce Verde a Latina; nel mare di fronte la foce del Rio Recillo a Marina di Minturno e il punto sulla spiaggia di fronte Rio Torto, (incrocio tra viale Europa e via Gibraleon) a San Felice di Circeo. “Inquinati” 2 punti a Fondi (alla foce del canale Sant’Anastasia e in mare fronte foce del canale pedemontano tra via Guado I e la strada consortile) e uno a Formia, sulla foce del Rio Santacroce in località Gianola. Entro i limiti tre punti campionati nel territorio comunale di Terracina: sulla spiaggia a destra della foce del canale Sisto, sulla spiaggia a destra della foce del fiume Portatore e sulla spiaggia la spiaggia di levante adiacente alla darsena del porto. Nessun superamento del limite di legge anche per la spiaggia su via Colombo (all’incrocio con via Doria) a Sperlonga, sul punto in corrispondenza del torrente Lorgato a Gaeta e sullo sbocco del canale a sud della darsena a Marina di Minturno.

“Oltre la metà delle analisi di Goletta Verde mostra che ci sono serie criticità da affrontare lungo la costa del Lazio – dichiara in una nota Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – e ci rivolgiamo in primo luogo ai Comuni, ai quali chiediamo di leggere con attenzione questi risultati, causati, senza ombra di dubbio da difficoltà depurative o scarichi illegali di reflui. L’enorme potenziale di bellezza, tutela della biodiversità, ecosostenibilità e sviluppo di una blu economy sana per tutto il nostro litorale, passa indissolubilmente dalla qualità del mare: noi indaghiamo i punti più critici e ci mettiamo a totale disposizione per verificare le cause dei problemi, senza voler dare alcun titolo di balneabilità, tanto meno giudizi complessivi sul mare di ogni comune. Inviamo alle Amministrazioni Comunali e alla Regione, alle forze dell’ordine e agli stakeholders territoriali questi risultati, perché ciascuno faccia il possibile nella risoluzione dei problemi, potenziando i depuratori e fermando l’abusivismo fognario che è una delle gravi conseguenze dell’abusivismo edilizio e dell’aggressione del cemento sulle coste”.

“Se la mala depurazione è il problema principale da affrontare per restituire ai cittadini tratti di costa più puliti, non meno importanti sono i controlli dei punti critici che portano l’inquinamento al mare e l’informazione rivolta ai cittadini – commenta nella nota Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente – non è più tollerabile che la maggior parte dei punti campionati da Goletta verde ricadano in zone non controllate dalle autorità competenti. Spesso questi tratti di costa abbandonati (che per definizione, quindi, non dovrebbero essere balneabili) sono a ridosso di lidi attrezzati o di spiagge libere ma sono sprovvisti della cartellonistica che informa correttamente i bagnanti sulle criticità che potrebbe trovare”.

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