LATTE, ARTE E QUALITÀ: CON “BARTIST” RINASCE LA CENTRALE
La colazione sotto casa diventa di eccellenza, a chilometri zero e anche con un tocco artistico. Si chiama Bartist il progetto della Centrale del Latte di Roma e di Roma Capitale che mira a valorizzare la filiera del latte fresco e a rilanciare la storica società a seguito del passaggio della proprietà al Comune e agli allevatori. Grazie a un protocollo siglato oggi dai due soggetti promotori insieme alle associazioni degli esercenti Fipe e Fiepet, i migliori bar di Roma potranno entrare a far parte del circuito Bartist attraverso un bollino di riconoscimento che evidenzierà l’uso del latte fresco è al 100% del territorio della Centrale del Latte di Roma.
“Siamo molto contenti che la Centrale del Latte stia lavorando per il rilancio di una azienda che per la città rappresenta la storia delle nostre famiglie. C’è un senso affettivo- ha tenuto a dire l’assessora capitolina alle Attività produttive, Monica Lucarelli- perchè prodotti come il cappuccino fanno parte della storia di tutti noi. E poi c’è un tema di qualità, che nell’alimentazione è fondamentale. Quando si parla di sviluppo questo è un tema essenziale. Mettendo insieme pubblico e privato si può vincere la sfida globale con prodotti di assoluta qualità”. Tra le novità previste dal progetto, oltre al bollino c’è anche quella di una Academy per formare i professionisti che lavorano nei locali romani e i ragazzi e le ragazze che vogliono lavorare nel mondo del food. L’obiettivo è di fornire loro tutte le informazioni sulle caratteristiche del latte, restituendo alle attività commerciali aderenti un ulteriore certificato di qualità riconoscibile ai clienti.
“Finalmente la Centrale, che è già un marchio storico, diventa un brand e torna a far parte della nostra famiglia. Il latte fatto a Roma è un elemento importante per tutta la filiera. Noi ci impegneremo ogni giorno e tutta la Confesercenti si unisce alla Centrale per perseguire questi obiettivi”, ha detto Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesencenti. “Il cappuccino è un simbolo di Roma- ha aggiunto Sergio Paolantoni, presidente di Fipe Confcommercio Roma- La Centrale è una azienda storica che oggi sta facendo prodotti nuovi, come il latte bio e scremato, e questo vuol dire che è una azienda dinamica. Aver pensato di coniugare bar e attività artistica è importante perché qualificare l’attività del barista è fondamentale per le professionalità e il prodotto e per dare al cliente un motivo di soddisfazione”. Sì, perché Bartist prevede anche un concorso per lo sviluppo della comunicazione artistica: i progetti migliori oltre a ricevere un premio in denaro vedranno la loro opera esposta all’interno del bar aderenti, che così si trasformeranno in Bartist, e anche sul packaging della Centrale del Latte di Roma dedicato al canale bar.
“Il senso di questa iniziativa, che non sarà l’unica, è di stare di nuovo in campo e riprendere le quote di mercato- ha detto il presidente della Centrale del Latte di Roma, Massimo Pallottini- Ma accanto al significato economico c’è anche quello sociale, testimoniato dalla formazione. E poi un altro aspetto è culturale, perché rivalutare il consumo del latte fresco è una battaglia non solo economica. Roma e l’Italia hanno una cultura forte del consumo del latte fresco, sostenuta come importante dai medici e dai pediatri, ma non è così in altre parti d’Europa, e invece mangiare in modo sano dà delle qualità in più. Con Roma Capitale e le associazioni la squadra c’è, Centrale del Latte deve tornare a essere una azienda e non più uno stabilimento. Le colonne portanti sono gli allevatori, nostri soci, e i consumatori. Speriamo di trovarci tra qualche mese con dei risultati”.
Durante la conferenza stampa a Palazzo Valentini, a Roma, sono stati individuati anche gli Ambassador del latte, figure chiave che si trasformeranno in portavoce del circuito e della rinascita della Centrale del Latte di Roma.
Francesco Pietro Ferrara