L’ALLARME DALLA UIL LAZIO, “CON L’ESPULSIONI DI MASSA -19MLD DEL PIL REGIONALE E – 80 MILA IMPRESE”
“Questo sarebbe soltanto l’inizio – ha commentato il segretario Civica – le conseguenze che un allontanamento degli immigrati o, per dirla in termini sindacali, un loro sciopero protratto causerebbe nell’immediato. Poiché negli anni ovviamente gli effetti sarebbero ancora più devastanti. Un Paese, una regione, senza stranieri, significherebbe una popolazione sempre più anziana cui però non potrebbero essere erogate le attuali pensioni. Significherebbe anche un calo nel mondo del commercio, un ulteriore impoverimento del welfare che, non avendo politiche adeguate, si regge spesso unicamente sull’aiuto degli stranieri nella gestione degli anziani ma anche dei nostri bambini. Oltre che un arretramento culturale e sociale di non poco conto. Non dimentichiamo che la multiculturalità, l’eterogeneità sono parte integrante della nostra storia di italiani ed europei. I gravi episodi di razzismo e xenofobia cui stiamo assistendo negli ultimi tempi non cancellano certo le nostre radici. Sono queste che dovrebbero guidare le nostre azioni e le azioni dei nostri politici, ai quali – ha sottolineato Civica -contiamo di inviare questo studio”. Lo studio fa notare anche che la ridotta presenza di anziani tra gli stranieri trova conferma anche nei dati relativi ai beneficiari delle pensioni: appena l’1 per cento degli assegni complessivamente erogati in Regione è destinato a cittadini di nazionalità straniera. In termini assoluti, si tratta di poco più di 17 mila assegni (l’anno di riferimento è il 2017), di cui 6,4 mila elargiti agli stranieri provenienti dai Paesi Comunitari di “recente ingresso” (lo 0,4 per cento del totale) e quasi 11 mila erogati agli extracomunitari (lo 0,8 per cento del totale).
“Poiché si tratta in genere di occupazioni meno qualificate rispetto a quelle svolte dagli italiani, – ha spiegato il presidente dell’Eures, Fabio Piacenti – la loro situazione retributiva è complessivamente più sfavorevole: circa 7,7 mila euro annui per uno straniero contro circa 12 mila euro per gli italiani, con un gap pensionistico pari a quasi 4 mila euro”. Ancora più indicativo il saldo contributivo/previdenziale della popolazione straniera e di quella italiana residente nel territorio regionale: i dati mostrano infatti come tra gli stranieri si registri un’eccedenza di 915 milioni di euro, a fronte di un saldo pari a -3,1 miliardi con riferimento alla popolazione italiana. Nello specifico quindi l’esborso Inps per le 17 mila pensioni degli stranieri è pari a 135 milioni di euro, mentre i contributi versati solo dai lavoratori dipendenti del comparto privato non agricolo (pari a 128 mila unità nell’ultimo anno) ammonta a oltre mezzo miliardo di euro. I contributi versati dai nostri connazionali nelle casse dell’Inps raggiungono invece i 13,7 miliardi di euro, contro i 17,5 miliardi destinati alle pensioni dei circa 1,2 milioni di pensionati laziali. Ne risulta quindi un saldo contributivo/assistenziale completamente negativo, con un disavanzo pari a 3,1 miliardi di euro, solo in parte compensato dall’eccedenza registrata dalla popolazione straniera. Quindi, “allontanare tutti gli immigrati dalla nostra regione – per la Uil Lazio – significherebbe anche allontanare dalle scuole del Lazio i 64 mila studenti regolarmente iscritti (27,8 mila della scuola primaria, 16,2 mila delle scuole medie e 19,9 mila delle superiori). Ciò comporterebbe un esubero immediato di circa 6.800 docenti, con inevitabili ripercussioni per l’occupazione dell’intero settore”. Infine, dallo studio emerge che anche i matrimoni nella nostra regione subirebbero un tracollo, “perché se tra i connazionali il convolare a nozze ha subito un’importante flessione negli ultimi anni, ciò non è valido per la componente straniera della popolazione, che ha fatto registrare un incremento del 10,9 per cento nell’ultimo quinquennio (+333 celebrazioni in termini assoluti) e un aumento del 39,2 per cento nell’ultimo anno (+952 matrimoni)”.