LA DENUNCIA DEL CENTRO ASTALLI, “IL – 80% DI ARRIVI DI MIGRANTI NON E’ UNA BUONA NOTIZIA”
Gli arrivi di migranti forzati via mare in Italia nel 2018 sono diminuiti dell’80% rispetto all’anno precedente e la cosiddetta emergenza sbarchi può certamente dirsi conclusa. Lo registra il Rapporto annuale del Centro Astalli presentato stamani a Roma, spiegando come “il calo drastico degli arrivi non può e non deve essere considerato una buona notizia. I primi esclusi dalla protezione sono i rifugiati che non riescono più a raggiungere il nostro Paese e l’Europa. Siamo anche consapevoli che la diminuzione degli arrivi è soprattutto legata all’incremento delle operazioni della Guardia costiera libica: l’85% dei migranti soccorsi o intercettati nel Mediterraneo sono stati riportati in Libia e lì detenuti in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili”. “Anche quest’anno – registra il Rapporto – molte delle persone che si sono rivolte al centro SaMiFo sono state vittime di gravi violenze nei centri di detenzione libici. Riferiscono di essere state torturate con bastoni, sigarette o scosse elettriche mentre erano al telefono con i familiari, a scopo di estorcere loro denaro, ma anche di percosse indiscriminate a scopo punitivo o intimidatorio, per esempio per prevenire proteste per le condizioni di prigionia e per i lavori forzati a cui sono state costrette”. Gli sforzi per impedire l’accesso dei rifugiati al territorio, registra ancora il Rapporto del Centro Astalli, riguardano tutti gli Stati d’Europa: “Gli uffici del JRS hanno concluso nel 2018 un lavoro di monitoraggio lungo le frontiere esterne dell’Unione europea: sono state realizzate 117 interviste in Sicilia, a Malta, in Grecia, in diverse località di confine in Romania, Croazia, Serbia e nell’enclave spagnola di Melilla, in Marocco. Dalle esperienze raccolte sono emerse molte situazioni di respingimenti, anche violenti, e, più in generale, di mancato rispetto dei diritti e della dignità delle persone”.
In un anno di accompagnamento dei migranti forzati in Italia, il Centro Astalli ha registrato “un aumento del disagio sociale, della marginalizzazione, degli ostacoli frapposti all’ottenimento di una protezione effettiva”. Lo rileva il Rapporto annuale del Centro Astalli. “Negli ultimi mesi dell’anno – rileva il Rapporto – tutti i servizi hanno registrato che la vita delle persone assistite è segnata sempre di più dalla precarietà. L’abolizione della protezione umanitaria (che veniva concessa in molti casi proprio a seguito dell’emersione di una vulnerabilità sanitaria o sociale), il complicarsi delle procedure per l’ottenimento di una residenza e dei diritti che ne derivano e, più in generale, il moltiplicarsi di ostacoli burocratici a tutti i livelli finiscono per escludere un numero crescente di migranti dai circuiti d’accoglienza e dai servizi territoriali”. Nel dettaglio, la richiesta di servizi di bassa soglia (mensa, docce, pacchi alimentari, vestiario) è forte su tutti i territori: circa 4.000 utenti alla mensa di Roma, più di 900 nuovi utenti al centro diurno a Palermo. A Trento per la prima volta si è sentita la necessità di attivare un servizio di accoglienza di bassa soglia e uno sportello di assistenza dedicato ai richiedenti asilo senza dimora.Tra gli utenti dell’ambulatorio di Roma è aumentata la presenza di cittadini maliani (41% persone in più rispetto al 2017, con un aumento del 128% delle visite richieste), migranti giovani (il 72% ha meno di 30 anni), solitamente presenti in Italia da almeno un anno. Molti di loro, esclusi dai circuiti di accoglienza, vivono in condizioni di grave marginalità e la loro salute ne risente.