LA DENUNCIA DELL’ACER, “ROMA RICORDATA SOLO PER IL DEGRADO”
“Siamo ormai tutti consapevoli: non siamo più attrattivi, pochi investono in Italia, nessuno scommette più su Roma. Roma, Capitale del nostro paese ricordata unicamente per le proteste di piazza e per il suo degrado ma assolutamente dimenticata per le sue reali funzioni anche in momenti come questi in cui si ridiscute dell’organizzazione dello Stato”. Lo ha affermato Nicolò Rebecchini, presidente Ance Roma-Acer, nel suo intervento al convegno ‘Sfida Capitale – Magistratura, pubblica amministrazione e imprese dialogano per contrastare la concorrenza sleale e la burocrazia difensiva’.
Sempre secondo il presidente di Ance Roma-Acer, Niccolò Rebecchibi, “le imprese, sia nei lavori basati su investimenti privati, sia in quelli derivanti da investimenti pubblici, hanno bisogno di chiarezza sia nei tempi che nelle regole: procedure farraginose, soggette a discrezionalità spesso non giustificata, vanno invece inevitabilmente a vantaggio di funzionari ed imprenditori scaltri e disonesti”. Parlando nel corso del convegno “Sfida Capitale – Magistratura, pubblica amministrazione e imprese dialogano per contrastare la concorrenza sleale e la burocrazia difensiva”, organizzato presso la Camera dei deputati a Montecitorio, Rebecchini ha rimarcato come in questa fase storica di stia assistendo “a una vera e proprio schizofrenia normativa per cui, mentre si è ancora in attesa del completamento del quadro normativo, già si discute di modificarlo integralmente con l’aggravante che nel frattempo risultiamo destinatari, per l’ennesima volta, di una procedura di infrazione comunitaria”. Ecco dunque “l’assoluta necessità di lavorare sulla trasparenza e sull’efficienza, ovvero sui suoi principali sinonimi: chiarezza delle regole e certezza dei tempi”. Questa necessità di regole è fondamentale, ha sottolineato, anche perché “è dalla loro farraginosità che nasce la concorrenza sleale e la ricerca di possibili scorciatoie. Da tempo il sistema impresa chiede certezze”.