LA CITTA’ E’ IN CODICE ROSSO: PRESENTATO IL RAPPORTO DELLA CARITAS ROMA SULLA POVERTA’
Accanto alla povertà più tradizionale e visibile, in particolare quella dei senza dimora, nella città di Roma, emerge una classe di nuovi poveri che pagano un affitto, che lavorano o hanno lavorato e che però non hanno di che vivere. Le persone senza dimora censite sono 7.500, ma stime attendibili parlano di 14-16mila.
E’ quanto evidenzia il Rapporto della Caritas dal titolo “La povertà a Roma: un punto di vista”, presentato questa mattina nel corso dell’assemblea di inizio anno dei volontari della Caritas di Roma e delle parrocchie.
Oltre il 45% degli utenti dei centri di ascolto Caritas sono italiani. A Roma quasi il 22% della popolazione è composto da anziani, in alcuni municipi questi superano il 43%. Un terzo degli ultrasessantacinquenni di Roma è a rischio povertà. Crescono i comportamenti della disperazione e con essi gli esercizi commerciali legati al gioco d’azzardo e ai compro oro. Le persone senza dimora censite sono 7.500, ma stime attendibili parlano di 14-16mila.
In 10 anni il tasso di disoccupazione a Roma è passato da 7,2 % al 9,8 %. La disoccupazione giovanile è al 40,2 % (15-24 anni). Nell’edilizia la crisi ha cancellato 35.000 posti di lavoro. Si stimano 308mila lavoratori irregolari nel terziario. I Neet (not engaged in education, employment or training), giovani che non studiano né lavorano, a Roma sono il 22,5% nella fascia 15-29 anni.
All’inizio del 2017 risultano presi in carico a Roma dalle strutture pubbliche 6.785 utenti per uso di stupefacenti e quasi mille per l’alcool. È solo la punta dell’iceberg: il traffico di stupefacenti è in crescita. Nel 2016 le operazioni antidroga effettuate nella provincia di Roma sono state 3.446 con il sequestro di 9.966 chili di sostanze. Il rapporto, sul fronte delle dipendenze, tratta anche quella del Gioco d’azzardo sottolineando che in Italia, primo mercato d’Europa, il fatturato del gioco d’azzardo ha superato i 96 miliardi di euro.
Sono circa 3 milioni le persone che per frequenza di gioco e importo di denaro sono a rischio di ludopatia, 300mila sono chiaramente patologici. Nel Lazio il gioco d’azzardo ha movimentato 7,8 miliardi di euro, il numero delle persona in cura presso i SerD a Roma sono solo la punta dell’iceberg. Il profilo del giocatore prevalente è maschio, oltre 40 anni, con titolo di studio medio-baso. Il 44% degli studenti abita o frequenta una scuola a pochi passi da un luogo dove si può giocare, quasi il 50 % degli studenti tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno scolastico 2015-2016. Infine il rapporto accende un faro sulla salute mentale, a fronte dell’affermazione dell’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato che le famiglie in povertà sono a rischio di disturbi mentali.
Nel Lazio le persone affette da disturbo mentale trattate nel servizio sanitario pubblico sono 68.217. Il quadro complessivo dei Dipartimenti di salute mentale risente fortemente di una stagione di tagli che hanno interessato le risorse umane e i posti letto del Servizio Sanitario Nazionale, in tale situazione la quota della domanda che ha possibilità economiche si rivolge alla psichiatria privata e dunque può curarsi, mentre gli altri, compresi i migranti, finiscono spesso col vivere in maniere ingravescente la loro malattia. In generale si registra una crescita della domanda di cure psichiatriche a elevata complessità a fronte di un’offerta impoverita e disomogenea.