LA CEI BOCCIA LA LEGGE SUL BIOTESTAMENTO, AMAREGGIATA LA LORENZIN
“La valutazione non è positiva, non possiamo riconoscerci in questo testo”. Così¬, all’ANSA, il direttore dell’Ufficio Cei per la Salute, don Massimo Angelelli, sulla legge sul biotestamento, che a suo dire “tutela i medici sollevandoli da ogni responsabilità, tutela le strutture sanitarie pubbliche, tenta di ridurre la medicina difensiva spostando sul malato l’onere della responsabilità delle scelte, ma sembra poco efficace nella tutela dei sofferenti. Sono molte le incertezze nella applicabilità di questa legge”.
Gli fa eco il Ministro delle Salute, Beatrice Lorenzin: “Potevamo fare uno sforzo ulteriore, servirà grande attenzione nell’applicazione della legge”. La ministra commenta con un po’ di amarezza il via libera alla legge sul biotestamento sottolineando che “ci sono delle questioni tecniche che sono rimaste aperte”. Intervenendo a un convegno sul diritto alle cure palliative organizzato da Antea in collaborazione con la Pontificia Accademia Pro Vita, la ministra sottolinea alcune difficoltà pratiche nel rapporto fra medico e paziente.
“Ci vorrà – aggiunge – molta attenzione nell’applicazione di questa legge. Sarà necessario rafforzare ancora di più il rapporto tra medico e paziente perché non possiamo affidare il destino di una persona a una dichiarazione che si fa in un particolare momento della vita. Non dobbiamo creare nessun meccanismo meccanicistico. Mi riferisco soprattutto alle persone anziane. Ci vuole una responsabilizzazione ancora maggiore nelle terapie del dolore, nelle terapie di cura, nello stare vicino a quei pazienti più fragili che hanno oggettivamente più difficoltà. Avrei preferito che ci fosse il modo di trovare una soluzione a queste problematiche tecniche, e questo purtroppo non c’è stato”.