LA CEFALEA VERSO IL RICONOSCIMENTO DI MALATTIA SOCIALE, NE SOFFRONO 2 ITALIANI SU 10
Da Sigmund Freud a Giulio Andreotti, da Elizabeth Taylor a Elvis Presley. La cefalea non risparmia di certo i personaggi famosi. Ma attanaglia in varie forme anche “circa 10 milioni di italiani” che, presto, potrebbero veder riconosciuto il loro disturbo come “malattia sociale” e invalidante.
È quanto previsto da una proposta di legge bipartisan (testo unificato C. 684 Lazzarini – Lega – e C. 1109 Pini – Pd) in questi giorni all’esame dell’aula alla Camera, dopo il via libera delle commissioni.
“Un riconoscimento importantissimo per persone che molto spesso oggi sono considerate ’non malate’ nei loro ambienti di lavoro o a scuola”, commenta all’Adnkronos Salute Piero Barbanti, direttore Unità cefalee e dolore del Irccs San Raffaele di Roma e presidente dell’Associazione italiana per la lotta contro le cefalee (Aic-onlus). Le cefalee, spiega l’esperto, “riguardano una percentuale di italiani che si aggira attorno al 20%, con un rapporto 3 a 1 fra uomo a donna, prevalentemente nell’età di massima produttività. Si tratta di una patologia che, non essendo visibile, è poco riconosciuta e confusa con debolezza psicologica o costituzionale. Il riconoscimento come malattia sociale consentirà a queste persone di avere cure gratuite nei Livelli essenziali di assistenza, di avere una tutela in ambito sociale e lavorativo, e anche un accesso alle cure, anche quelle più innovative”.
A differenza di quanto si possa immaginare – si fa notare nella proposta di legge – quelli che vengono spesso definiti ’comuni mal di testa’ comportano ingenti costi economici e sociali. A livello europeo si stima che nel 2013 circa 50 milioni di persone abbiano sofferto di cefalea o emicrania, con un costo valutato in circa 20 miliardi di euro per l’intera Europa. Questa patologia rappresenta una malattia di ampia rilevanza e rende necessario riconoscere la cefalea primaria cronica come malattia sociale, affinché anche questa forma di malattia cronica invalidante possa trovare collocazione nei livelli essenziali di assistenza. La cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi che ne attesti l’effetto invalidante – recita la Pdl – viene riconosciuta come malattia sociale nelle seguenti forme: emicrania cronica e ad alta frequenza; cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; cefalea a grappolo cronica; emicrania parossistica cronica; cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; emicrania continua. La proposta prevede infine che “con decreto del ministro della Salute, da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea, nonché i criteri e le modalità con cui le regioni attuano i medesimi progetti”.
A differenza di quanto si possa immaginare – si fa notare nella proposta di legge – quelli che vengono spesso definiti ’comuni mal di testa’ comportano ingenti costi economici e sociali. A livello europeo si stima che nel 2013 circa 50 milioni di persone abbiano sofferto di cefalea o emicrania, con un costo valutato in circa 20 miliardi di euro per l’intera Europa. Questa patologia rappresenta una malattia di ampia rilevanza e rende necessario riconoscere la cefalea primaria cronica come malattia sociale, affinché anche questa forma di malattia cronica invalidante possa trovare collocazione nei livelli essenziali di assistenza. La cefalea primaria cronica, accertata da almeno un anno nel paziente mediante diagnosi che ne attesti l’effetto invalidante – recita la Pdl – viene riconosciuta come malattia sociale nelle seguenti forme: emicrania cronica e ad alta frequenza; cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici; cefalea a grappolo cronica; emicrania parossistica cronica; cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione; emicrania continua. La proposta prevede infine che “con decreto del ministro della Salute, da adottare entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono individuati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, progetti finalizzati a sperimentare metodi innovativi di presa in carico delle persone affette da cefalea, nonché i criteri e le modalità con cui le regioni attuano i medesimi progetti”.