Fatti di Roma

LA CAPITALE COME GOTHAM CITY: LETTERA APERTA DELLE ACLI ROMA ALLA CITTÀ

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“A più di un anno dalle elezioni non possiamo non fermarci a fare una breve valutazione sul percorso fatto fino ad oggi”.

È quanto scrive LIDIA BORZÌ, presidente delle ACLI di Roma e provincia in una lettera aperta alla città e alle istituzioni romane.

“Ovviamente – aggiunge BORZÌ – le pagelle sono una prerogativa dei professori soprattutto con l”avvio del nuovo anno scolastico e non è nostra intenzione appropriarci di questo faticoso e importante ruolo, ma come ACLI di Roma non possiamo non riconoscerci come un piccolo osservatorio sociale della città incontrando oltre 140 mila persone ogni anno con i nostri progetti, iniziative, eventi e Servizi. Un osservatorio che ci restituisce, quotidianamente, i volti delle tante povertà economiche, relazionali, culturali che hanno colpito e non mollano la capitale, e che ci mostra quanto Roma assomigli sempre più a Gotham City la problematica città di Batman”.

“Una città – prosegue BORZÌ – vittima dei tagli di risorse e di servizi sociali, perdita di posti di lavoro, crescita della disoccupazione, esplosione delle diseguaglianze, disagi urbanistici come le buche che rendono le nostre strade molto pericolose o i mezzi di trasporto spesso guasti o in ritardo, per non parlare del grande dramma degli sgomberi di quest’ultimo scorcio di estate”.

“Una situazione complicata – sottolinea BORZÌ -che sperimentiamo ogni giorno e che ci chiama alla non più rinviabile necessità di un deciso cambio di rotta. Un cambiamento per la rinascita di Roma al quale volevamo contribuire facendo la nostra piccola parte nello stile del “fare pensato” che ci contraddistingue e avanzando alcune anche proposte concrete con una lettera aperta al neo sindaco : dalla creazione di un albo cittadino delle buone pratiche sociali in base alle eccellenze e specificità di ciascuna organizzazione, alla realizzazione di un’anagrafe delle fragilità sociali per consentire di diversificare l’approccio sugli interventi da effettuare, fino alla promozione di un’alleanza per il lavoro decente. È di questi giorni, infatti, la notizia di una donna che si è suicidata a soli 50 anni a causa del precariato. Questo non può e non deve essere più accettabile”.

“Ad oggi, però, – precisa BORZÌ – siamo ancora in attesa di una risposta alla nostra prima lettera pubblicata all’indomani delle elezioni per valutare le proposte fatte e dare vita a percorsi condivisi per il Bene Comune. Ovviamente con il passare del tempo le nostre speranze iniziano a scemare vista anche la costante assenza dei vertici istituzionali a tanti eventi di importanza sociale che abbiamo promosso nella città. E’ sotto gli occhi di tutti che oggi Roma sia una città letteralmente spaccata a metà tra chi ha qualche possibilità di farcela e chi invece non si vede riconosciuti neanche i Servizi e diritti essenziali a causa di un sistema di welfare ripiegato nell’emergenza, una specie di “groviera” con tanti grandi buchi che lasciano scoperte larghissime fasce di bisogni”.

“Un sistema di welfare – continua la presidente delle ACLI di Roma – non all’altezza di una capitale europea che meriterebbe invece un nuovo modello di welfare “sartoriale” modellato sui crescenti e variegati bisogni, generativo, promozionale, incentrato sull’inclusione attiva e basato su 4 pilastri fondamentali: la CENTRALITA’ delle politiche sociali; l’INTERDIPENDENZA tra i vari ambiti delle politiche, al fine di superare la logica dei compartimenti stagni; la SUSSIDIARIETA’ CIRCOLARE pienamente agita che mette insieme pubblico e privato; il MAINSTREAMING per misurare l’impatto che tutte le politiche producono sui destinatari”.

“Roma, quindi, ha urgente bisogno – prosegue BORZÌ –  di un nuovo piano sociale che non sia meramente tecnico ma che deve rappresentare un volano per ricostruire l’anima e l’identità della Capitale rendendola una comunità di relazioni vive inclusiva e accogliente capace di tessere coesione sociale. La coesione sociale però non si costruisce a tavolino ma attraverso alcuni passaggi cruciali: sconfiggendo i più insidiosi nemici della comunità ovvero l’individualismo e l’indifferenza dilaganti; promuovendo soluzioni innovative capaci di coinvolgere attivamente i cittadini e la società civile”.

“Questa – conclude BORZÌ –  senza dubbio è una chiamata alle armi che riguarda tutti, una corresponsabilità che necessità di essere condivisa anche da chi ha il compito di amministrare questa città partendo dallo sviluppo di sinergie nuove tra le tante forze buone che ci sono, ma che ad oggi navigano pericolosamente a vista”.

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