IONESCO E IL PICCOLO PRINCIPE PER GLI ESERCIZI SPIRITUALI DEL PAPA
L’assurdo e la fantasia: a sorpresa, due testi come ’La sete e la fame’ di Eugene Ionesco – scritto nel 1964 dal drammaturgo da tutti riconosciuto come massimo esponente del teatro dell’assurdo – e ’Il piccolo principe’ di Antoine de Saint Exupery – capolavoro della letteratura fantastica per adolescenti datato 1943 – entrano fra le letture nella seconda giornata di esercizi spirituali che Papa Francesco con la Curia Romana sta svolgendo ad Ariccia, nel periodo quaresimale di preparazione alla Pasqua.
A citare i due lavori letterari è il predicatore portoghese don José Tolentino de Mendonca, al quale sono state affidate le riflessioni per gli esercizi spirituali, incentrate sul tema ’La scienza della sete’, che evidenzia “i contorni effettivi della sete come bisogno fisico,
come riconoscimento dei nostri limiti, della nostra vulnerabilità estrema. La sete ci priva del respiro, ci esaurisce, ci sfinisce, ci lascia assediati e senza forze per reagire, ci porta al limite estremo”.
l predicatore, durante gli esercizi spirituali di Papa Francesco e della Curia Romana ad Ariccia, fa notare che Cristo “ci promette di dissetarci, riconoscendo che siamo incompleti e in costruzione: Gesù sa quanti ostacoli ci frenano e quante derive ci ritardano. Siamo così vicini alla fonte e andiamo così lontano… La sete dell’uomo di oggi si tramuta nella disaffezione nei riguardi di ciò che è essenziale, in una incapacità di discernimento. Il consumismo oggi non è solo materiale ma anche spirituale”.
Infatti, sottolinea don José Tolentino de Mendonca, “le nostre società che impongono il consumo come criterio di felicità trasformano il desiderio in una trappola: ogni volta che pensiamo di appagare la nostra sete in una vetrina, in un acquisto, in un oggetto, il possesso comporta la sua svalutazione e questo fa crescere in noi il vuoto. L’oggetto del nostro desiderio è un ’ente assente’, è un oggetto sempre mancante”.
(Fonte adnkronos; Foto da www.miopapa.it).