INAUGURATA AI MUSEI CAPITOLINI LA MOSTRA AL FEMMINILE “ROMA, IL RACCONTO DI 100 DONNE”
Un viaggio senza giudizi e pregiudizi per 18 mesi tra 100 donne della capitale. Un volto tra gli altri, quello della sindaca di Roma Virginia Raggi. Ai musei Capitolini la prima cittadina ha inaugurato la mostra “Roma, il racconto di 100 donne” che offre un ritratto originale della Roma contemporanea attraverso i volti delle donne che la animano.
La mostra si terrà dal 4 aprile al 12 maggio 2019, con le immagini di Jacopo Brogioni e dalle parole di Raffaele Timperi ed è promossa da Roma Capitale, assessorato alla Crescita culturale, sovrintendenza capitolina ai Beni culturali, curata in collaborazione con CultRise e allestita dallo studio Fuksas. Servizi museali di Zetèma progetto cultura. Grata all’Istituto Treccani per aver fortemente voluto quest’opera, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, tra le protagoniste della mostra, ha affermato: “Anche io lavoro, sono madre e mi organizzo come molte delle donne ritratte in questo volume e che hanno un’occupazione, una famiglia – ha spiegato -. Donne che sono impegnate nelle istituzioni, nelle imprese, nell’artigianato, nello sport, nello spettacolo, nella cultura, nel giornalismo, nel sociale, nella moda, nell’arte, nel volontariato e lottano quotidianamente. Le donne hanno sempre dovuto lavorare doppiamente, diceva Rita Levi-Montalcini, che fu anche presidente dell’Istituto della enciclopedia italiana. Anche rischiare la propria vita, come il premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, oggi giovane donna che fin da bambina ha lottato per il diritto all’istruzione. Il mio pensiero e quindi rivolto alle ragazze, alle giovani donne, che visitano la mostra ad ingresso gratuito, quindi aperta a tutti. Queste immagini e i valori dei racconti, illustrati attraverso le fotografie in questo progetto, rappresentano la speranza che le nuove generazioni potranno presto raccogliere i frutti dell’impegno di tanto donne, e uomini, che hanno lavorato, spesso in silenzio e lontano dai riflettori, per il futuro della nostra Capitale”.
Accanto al sindaco di Roma, alla presidente del Senato della Repubblica, si fanno largo le immagini di rifugiate, rom, vittime di violenze, senzatetto, detenute studentesse, giornaliste, artiste, chef, tassiste, guide turistiche, postine, parrucchiere poliziotte, impiegate, politiche.
Un’opera, come ha sottolineato Raggi fortemente voluta da Massimo Bray: “L’Istituto della enciclopedia italiana – dice suo direttore ha tra gli obiettivi primari, fin dalla fondazione, quello di contribuire alla documentazione alla comunicazione della contemporaneità; attraverso quest’opera intende Incentivare, servendosi di un linguaggio fotografico fortemente suggestivo e di una lettura deliberatamente connotata al femminile, la consapevolezza del legame indissolubile che sussiste tra lo spazio urbano la comunità che lo crea, lo abita e lo attraversa; uno spazio collettivo del quale riscoprire e ribadire, attraverso la cultura, l’identità multiforme e profonda”. L’autore non ha voluto dare di Roma la classica immagine da “cartolina si è voluto tenere alla larga dagli stereotipi per cominciare l’ha osservata lo ha fatto dall’alto. Perché dall’alto si notano meno i capolavori del barocco svettare sulle antichità imperiali e si ha la possibilità di percepire potente movimento di questa città, intreccio “sempiterno” e continuo di milioni di uomini e donne in una moltitudine di piccole azioni. Un meccanismo casuale e perenne che da vita a Roma, un susseguirsi di sincronia e asincronia che scandisce il battito pulsante della città eterna, che non si ferma mai. Una creatura vivente che si muove grazie al molteplici gesti che la animano, in un’alternanza tra coordinazione e disordine. L’obiettivo è diventato quindi raccontare Roma oggi, attraverso ciò che la rende viva, con le diverse attività umane che la contraddistinguono mosse da fini, intenzioni, sogni, paure spesso in contrasto tra loro. Per tutta la sua storia Roma ha vissuto di contraddizioni, un luogo dove sacro e profano si sono incontrati costantemente per 28 secoli, genitrice dei lineamenti della nostra contemporaneità.