IMMIGRAZIONE: DA IME E MEDICINA SOLIDALE SEMINARIO SU SALUTE E SICUREZZA NEL MEDITERRANEO
Si è tenuto oggi, presso l’aula Bovet del Policlinico di Tor Vergata, a Roma, in occasione della Giornata Mondiale della Salute, il seminario “Salute e sicurezza nel Mediterraneo: prospettive e impegni dell’IME e dell’IMS” promosso dalla Fondazione IME Istituto Mediterraneo di Ematologia e l’IMS – Istituto di Medicina Solidale.
Il Seminario ha voluto contribuire a rispondere alle domande più comuni che vengono poste quando si parla di immigrati e immigrazione, sviluppando un dibattito partito del quadro geopolitico da cui nascono le rotte migratorie, e che ha poi analizzato le carenze normative e di gestione del fenomeno dell’immigrazione a livello nazionale ed europeo, con un focus particolare sugli aspetti socio-sanitari.
Dopo i saluti inviati da parte sindaco Ignazio Marino e dell’assessore Francesca Danese, sono intervenuti Claudio Franchin Prorettore vicario Università Tor Vergata, Gianluca Peciola Capogruppo SEL in Campidoglio, Khalid Chaouki parlamentare membro della Commissione affari esteri e comunitari, Foad Aodi dell’Associazione Medici di origine Straniera in Italia, Hassan Sabri dell’Unione Medici Arabi in Italia, Mons. Paolo Lojudice Vescovo ausiliario di Roma settore Sud e Pastorale Rom, Pierpaolo Felicolo Direttore Migrantes Diocesi di Roma, Aldo Morrone, presidente della Fondazione IME, e Lucia Ercoli, direttore di Medicina Solidale.
“I migranti che arrivano in italia – ha detto Aldo Morrone, presidente della Fondazione IME – sono nella maggior parte dei casi persone sane e dotate di titoli di studio, sulle quali le proprie famiglie hanno investito tutto. Vengono da noi in cerca di speranza, dignità e salute e non sono affatto una minaccia. Al contrario, rappresentano una risorsa enorme, soprattutto dal punto di vista economico, perché pagano le tasse per 7,6 miliardi e producono il 5,6 per cento del Pil“.
“L’Istituto di Medicina Solidale – ha dichiarato Lucia Ercoli, direttore dell’IMS – si pone come un punto d’osservazione privilegiato fra la domanda di salute non emersa da parte delle comunità immigrate e la capacità effettiva del nostro Paese di offrire risposte. È necessario creare sul territorio delle strutture-cerniera che rimuovano tutti gli impedimenti e permettano di trovare risposte concrete a chi vive in condizione di emarginazione sociale”.