IL SERVIZIO MENSA PER I BIMBI NON RESIDENTI COSTA AL COMUNE 300 MILA EURO
Sono 1.890 i bambini non residenti i cui genitori presentano la dichiarazione Isee per l’accesso al servizio di refezione scolastica agli uffici municipali del comune di Roma al fine di ottenere l’esenzione o la riduzione della tariffa per il servizio. Si tratta generalmente di persone che lavorano a Roma, ma risiedono nei comuni limitrofi. È quanto emerge dalla commissione capitolina Scuola che si è svolta questa mattina, alla quale hanno partecipato funzionari dei diversi municipi e la responsabile del servizio refezione scolastica del dipartimento, Francesca Pierri, che ha spiegato: “Delle famiglie dei 1.890 bambini solo alcune pagano una tariffa agevolata, per un costo per il comune di circa 300mila euro l’anno” . Dal servizio è refezione scolastica in generale entrano al comune 42 milioni di euro a fronte di una spesa di 65 milioni e quindi con un costo netto per il comune di circa 23 milioni. La normativa vieterebbe ai municipi di accettare le domande di tariffa agevolata per il servizio di famiglie non residenti nel territorio del comune. Pierri ha anche chiarito: “Noi abbiamo chiesto ai municipi con una circolare di non accogliere le domande di accesso al servizio di refezione scolastica con tariffa agevolata comprovata da dichiarazione Isee per i non residenti, ma la circolare non è vincolante”. Durante la commissione la dottoressa Pierri ha individuato come potenziale soluzione al problema un accordo a livello di città metropolitana, mentre dallo staff della presidente della commissione Maria Teresa Zotta si è ribadito che “Le domande dei non residenti non devono essere accettate dai municipi, si rischia il danno erariale”.
(Fotografia da www.altamuralife.it).