IL PAPA ALLA MESSA PER LE CENERI: NEL MONDO POLVERI DI MORTE, MA LA QUARESIMA È GUARIGIONE
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“Ci guardiamo attorno e vediamo polveri di morte. Vite ridotte in cenere. Macerie, distruzione, guerra. Vite di piccoli innocenti non accolti, vite di poveri rifiutati, vite di anziani scartati. Continuiamo a distruggerci, a farci tornare in polvere”.
La Quaresima, però, “non è il tempo per riversare sulla gente inutili moralismi, ma per riconoscere che le nostre misere ceneri sono amate da Dio. È tempo di grazia, per accogliere lo sguardo d’amore di Dio su di noi e, così guardati, cambiare vita”. Insomma, “la Quaresima è tempo di guarigione”.
Nella messa del Mercoledì delle Ceneri alla basilica di Santa Sabina, a conclusione della tradizionale processione dalla chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino, papa Francesco ha illustrato il senso della Quaresima. “E quanta polvere c’è nelle nostre relazioni! – ammonisce – Guardiamo in casa nostra, nelle famiglie: quanti litigi, quanta incapacità di disinnescare i conflitti, quanta fatica a chiedere scusa, a perdonare, a ricominciare, mentre con tanta facilità reclamiamo i nostri spazi e i nostri diritti! C’è tanta polvere che sporca l’amore e abbruttisce la vita”. E il suo richiamo è proprio a far “pulizia dalla polvere che si deposita sul cuore”. “Anche nella Chiesa, la casa di Dio – aggiunge -, abbiamo lasciato depositare tanta polvere, la polvere della mondanità”.
La messa in cui lui stesso riceve sul capo le ceneri – dal porporato slovacco Jozef Tomko, prefetto emerito di Propaganda Fide e cardinale titolare di Santa Sabina – e le impone ad alcuni cardinali, vescovi e monaci, è l’ultimo atto di questo intenso mercoledì di inizio Quaresima per papa Bergoglio, iniziato nell’udienza generale tornata in Piazza San Pietro dopo la fase invernale nella Sala Nervi. E tra non pochi fedeli in mascherina tra i 12 mila presenti, Francesco non manca di rivolgere il suo pensiero all’attuale emergenza sanitaria.
“Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del Coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio”, afferma. Sono presenti anche 160 lavoratori della Air Italy, coinvolti in una durissima vertenza e nella messa in liquidazione della compagnia aerea, accompagnati dal vescovo di Tempio-Ampurias (Sassari), mons. Sebastiano Sanguinetti, e Francesco rivolge loro “un pensiero speciale”: “auspico che la loro situazione lavorativa possa trovare un’equa soluzione nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie”.
“Viviamo in un ambiente inquinato da troppa violenza verbale, da tante parole offensive e nocive, che la rete amplifica. Oggi si insulta come se si dicesse ’buona giornata’. Siamo sommersi di parole vuote, di pubblicità, di messaggi subdoli. Ci siamo abituati a sentire di tutto su tutti e rischiamo di scivolare in una mondanità che ci atrofizza il cuore”, dice il Papa nella catechesi. “E non c’è by-pass per guarire questo – commenta -: soltanto il silenzio”. Ricordando “Gesù, che agli inizi del suo ministero si ritirò per quaranta giorni a pregare e digiunare, tentato dal diavolo, nel deserto”, Francesco spiega che la Quaresima “è il tempo propizio per fare spazio alla Parola di Dio. È il tempo per spegnere la televisione e aprire la Bibbia”. L’ultimo appello, salutando i pellegrini di lingua araba, è per il “bel gruppo” dall’Iraq, cui di fatto però annuncia che il suo viaggio quest’anno non si farà: “A voi, cittadini dell’Iraq, vorrei dire che vi sono molto vicino: voi siete un campo di battaglia, voi soffrite una guerra, da un lato e dall’altro. Io prego per voi e prego per la pace nel vostro Paese, che era in programma che visitassi quest’anno. Io prego per voi”.