IL MEGLIO IN EDICOLA DI MERCOLEDI’ 8 APRILE 2015
Tagli ai Comuni, la paura del Campidoglio (Alessandro Capponi)
«Siamo tutti preoccupati, il rischio per Roma è un taglio di ulteriori risorse»: dall’assessore ai Servizi sociali, Francesca Danese, a quella al Commercio, Marta Leonori, per la quale «i tagli aggiuntivi mettono anche a rischio i servizi per i cittadini, non è ammissibile. E poi c’è il caso paradossale delle città metropolitane che sono nate a gennaio e rischiano di non chiudere i bilanci perché i tagli sono così forti». Il sindaco Ignazio Marino: «Le preoccupazioni certamente esistono ma credo che il confronto di domani con Renzi sarà un momento di chiarimento rispetto alle esigenze che i sindaci sentono per i servizi da fornire ai cittadini e le esigenze della finanza pubblica dell’Italia».
Cifre ufficiali non ce ne sono, ma la preoccupazione in Campidoglio è alta: 10 miliardi (complessivi) di tagli agli enti locali, mannaia sulle aree metropolitane (per Roma 87 milioni nel 2015 che salgono a 175 nel 2016 e 262 nel 2017). Il Def, insomma, è vissuto come un incubo: probabilmente domani, dopo l’incontro tra Renzi e i sindaci si capirà la vera entità della partita annunciata dal governo. Matteo Renzi dice di essere «pronto a un confronto all’americana con i sindaci, ma non ci sono tagli per il 2015. Che nel 2016 e nel 2017 la revisione della spesa debba continuare è un fatto banale». Rimane da capire a quanto ammonti la posta in gioco: «Roma — dice il portavoce della maggioranza, Fabrizio Panecaldo — non potrebbe reggere il contraccolpo del taglio di 87 milioni, che sono necessari ma non sufficienti per offrire un’accoglienza dignitosa e per potenziare i servizi a disposizione dei milioni di pellegrini che raggiungeranno il cuore della cristianità». […]
Cartelloni, dimezzati gli impianti (Mauro Evangelisti)
Il Municipio con più cartelloni pubblicitari sarà il X (Ostia), quello con una presenza più discreta il XIV (Trionfale e Primavalle). In totale, le installazioni saranno dimezzate, passando dalle 28.000 attuali a quota 14.000. E’ questa la sintesi del piano regolatore degli impianti pubblicitari arrivato a un nuovo step: sono stati completati, la settimana scorsa, i quindici mini-piani di localizzazione, municipio per municipio. Sembra una cosa noiosa, ma è assai importante visto che stiamo parlando di una delle piaghe del decoro della Capitale, caratterizzata da pochi controlli, frequenti violazioni, cartelloni anche vicino ai monumenti.
Lo strumento dovrà dire dove vanno le differenti tipologie di cartelloni pubblicitari, fissando anche un limite per le dimensioni: un tempo c’erano i famigerati 6 per 3 metri, si era passati al 4 per 3, con il nuovo piano non si potrà andare oltre il 3 per 2 e l’adeguamento dovrà avvenire entro il 20 maggio. I 15 piani ora sono sotto osservazione, li sta esaminando la Sovrintendenza, ci sarà un passaggio in giunta, un confronto con cittadini e associazioni, per arrivare all’applicazione entro l’estate. Ieri, in un’intervista a Radio Città Futura, l’assessore alle Attività produttive, Marta Leonori, ha spiegato: «Prima dell’estate, o al massimo subito dopo, contiamo di indire la gara per l’assegnazione degli spazi pubblicitari. Le società che lavorano a Roma sono qualche centinaio, tantissime ma tra queste c’è anche chi gestisce una singola palina. Le principali sono tra 50 e 60, noi vorremmo spingerle a lavorare in team».
Con questa operazione il Campidoglio punta a raggiungere due obiettivi: uno guarda al decoro, l’altro a maggiori incassi. Leonori: «Partiamo da un dato: ci sarà una riduzione degli impianti, non solo in termini numerici, ma anche di estensione. Oggi la superficie pubblicitaria (dopo l’eliminazione già avvenuto degli impianti senza scheda e la decadenza di alcune importanti imprese) è di 166 mila metri quadrati. Scenderà a 138 mila. Nel redigere questo piano regolatore abbiamo privilegiato una maggiore attenzione dei beni culturali e paesaggistici, nessun impianto dovrà oscurarli. Infine, ci sarà una distanza di almeno 25 metri da un’installazione all’altra». […]
Via del Mare, senza fine l’odissea traffico (Flaminia Savelli)
Ancora senza luce la galleria di Acilia rimasta al buio durante le feste. E così ieri è stata un’altra giornata di caos, code e traffico sulla via Ostiense e sulla via del Mare, con tempi di percorrenza, tra il litorale e la città, fino a 45 minuti. A deciderne la chiusura la domenica di Pasqua, per motivi di sicurezza, il comandante dei vigili del X gruppo Mare, Roberto Stefano, numero uno dei caschi bianchi di Ostia che avrebbe i giorni contati per la rotazione voluta dal sindaco Marino (potrebbe lasciare la poltrona di via Capo delle Armi già a fine mese e sarebbe già pronta una lista di possibili candidati).
Contro la riforma pronta la class action (Sus. Nov.)
Maestre sul piede di guerra contro le nuove regole
Si allarga la protesta della scuola, già in subbuglio nella Capitale con l’ultima trovata del contratto decentrato approvato dalla giunta Marino senza la firma dei sindacati. Non solo l’obbligo di prestare servizio per le maestre delle scuole comunali anche durante le feste pasquali, circostanza che ha visto ammassare in piccole stanze dei municipi centinaia di educatrici senza neanche una sedia; ma anche l’aumento delle ore settimanali da 27 a 30 con l’inevitabile conseguenza di abbassare la qualità del servizio a discapito dei piccoli alunni. Un diktat questo contenuto nella riforma della scuola ora all’esame del Parlamento e che preclude a una nuova ondata di proteste che partiranno proprio dalla Capitale. A cominciare da un’azione di class action per mobbing che le maestre capitoline starebbero preparando contro il sindaco Marino per il modo «indegno» in cui sono state trattate.
E ancora, venerdì 24 aprile, infatti, è stata già indetta e autorizzata una manifestazione con corteo, dalle 9 alle 13 delle organizzazioni sindacali Anief, Usb e Unicobas Scuola. E sempre ieri Cobas ha proclamato lo sciopero «in coincidenza con l’annuale e nefasto rito dei quiz Invalsi, sulla cui base verranno valutati docenti, studenti e scuole – spiega Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas – abbiamo convocato per il 5 e 6 maggio (infanzia ed elementari, ognuno/a scegliendo uno dei due giorni in cui meglio può boicottare i quiz) e per il 12 maggio (medie e superiori) lo sciopero generale della scuola per l’intera giornata. Si svolgeranno iniziative provinciali e il 12 a Roma effettueremo (ore 10) una manifestazione davanti al Miur, insieme a studenti e genitori anti-quiz […]